L’inflazione aumenta a dismisura. Nel mese di febbraio 2025 l’indice Nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, si legge, aumenta dello 0,2% rispetto a gennaio 2025, e dell’1,6% rispetto a febbraio 2024. Già negli ultimi mesi del 2024, sottolinea Sebastiano Guzzi, Vice Presidente Nazionale Unilavoro Pmi, le famiglie italiane si sono ritrovate a dover affrontare una crescita significativa dei prezzi dei generi alimentari. Questo imponente incremento dei costi, attribuibile a tantissimi fattori, si sta riflettendo, pesantemente, sulla spesa quotidiana degli italiani. Un fenomeno economico che ha acceso il dibattito pubblico e politico, e sollevato preoccupazioni sul potere d’acquisto dei consumatori, soprattutto di quelli che appartengono a fasce di reddito medio-basse. Per comprendere e misurare il livello di difficoltà che incombe sulle famiglie, abbiamo dato voce ad alcuni consumatori, i quali hanno approfittato di questo spazio per dar sfogo ai loro disappunti.
“Le famiglie, sottolinea una giovane insegnante, sono appesantite da costi troppo alti: affitti, mutui immobiliari, utenze domestiche, crediti al consumo, spese per servizio di trasporto e carburanti. Costi fissi che indeboliscono la capacità di gestione di una casa e di una famiglia”. “L’aumento dei prezzi alimentari, evidenzia una studentessa universitaria, ha un impatto diretto sul bilancio familiare. Molte persone per far fronte alle esigenze più importanti, sono costrette a modificare le abitudini di spesa”. “Sul fronte degli alimentari, rimarca un commerciante, si registrano nuove tensioni con i prezzi al dettaglio che registrano un andamento al rialzo che appare incontrollabile. Un’impennata dei prezzi travolgente e irrefrenabile”. Dello stesso avviso un giovane imprenditore, il quale “le famiglie italiane spendono in media il 15-20% del loro reddito per l’acquisto di generi alimentari. Con gli attuali aumenti la percentuale è destinata a crescere. Come faranno le famiglie ad affrontare le spese essenziali?”.
Queste ultime, sottolinea Guzzi, finchè non ci saranno risposte e prospettive adeguate, dovranno cercare soluzioni alternative come l’acquisto di prodotti a chilometro zero, o di marchi meno noti. Intanto si fa strada una certezza: l’aumento dei prodotti non darà tregua. Le previsioni indicano che i prezzi di alcuni alimenti potrebbero continuare a crescere. Alcuni hanno già registrato aumenti considerevoli: cereali e derivati, carne, olio d’oliva, prodotti lattiero-caseari. Il riso, ad esempio, ha già registrato un notevole aumento di prezzo. Percentuali significative anche quelle dei prodotti per la prima colazione (biscotti e cereali), del pane, della carne, del burro, del latte. Quali sono i fattori e le cause di questi incrementi di prezzi? Le cause di questo fenomeno, conclude Guzzi, derivano da una combinazione di fattori, nazionali e internazionali. In termini di impatto sulla collettività e sull’economia, esse sono infinite e anche molto insidiose perché oltre a creare estremi disagi alle famiglie, e a favorire il consumo di cibi low cost, stanno accentuando le disuguaglianze sociali, mettendo in evidenza l’urgenza di interventi mirati per sostenere le famiglie più vulnerabili.