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venerdì, 1 Novembre, 2024
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Operazione “Nippon”, sequestrati beni per 500mila euro ad affiliato cosca “Cerra-Torcasio-Gualtieri”

Catanzaro – I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna e del Comando Provinciale di Catanzaro, in esecuzione ad una misura di prevenzione patrimoniale disposta dal Tribunale di Bologna, hanno sequestrato – tra le province di Ferrara e la città di Lamezia Terme – un ingente patrimonio mobiliare ed immobiliare costituito da appartamenti, terreni, auto, conti correnti e una società operante nel commercio autovetture del valore complessivo di oltre 500 mila euro. I beni sottoposti a vincolo sono risultati nella disponibilità di Salvatore Torcasio di 58 anni, 61 nato a Nicastro ma residente dagli inizi degli anni 2000 a Jolanda di Savoia (FE), indiziato di appartenere alla cosca di ‘ndrangheta “Cerra-Torcasio-Gualtieri” operante a Lamezia Terme.
Il provvedimento ablativo, disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Bologna, costituisce l’epilogo di articolate indagini economico-patrimoniali condotte, ai sensi del cd. “Codice Antimafia”, dalle fiamme gialle del Gruppo di Lamezia Terme e del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bologna sotto la direzione del Sostituto Procuratore della Repubblica Dottor Stefano Orsi della locale DDA e finalizzate al recupero di beni illecitamente detenuti. Gli accertamenti compiuti dai finanzieri hanno in primo luogo consentito di riscontrare, anche sulla base delle dichiarazioni rese da diversi collaboratori di giustizia, i legami con la criminalità organizzata calabrese del soggetto proposto i cui fratelli erano stati assassinati nel 2003 in un agguato mafioso inducendolo a cercare riparo nel ferrarese.
Le investigazioni patrimoniali hanno poi permesso di accertare un rapporto di particolare “sproporzione” tra i redditi dichiarati dallo stesso e dal suo nucleo familiare e il patrimonio immobiliare e mobiliare riconducibile alla sua effettiva disponibilità che, di conseguenza, è stato sottoposto a sequestro in quanto ritenuto acquisito con proventi frutto di attività illecite. L’attività di servizio conferma, ancora una volta, come uno dei prioritari obiettivi del Corpo è quello di aggredire, con le misure di prevenzione, i patrimoni illecitamente accumulati dalla cosiddetta “criminalità da profitto”.

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