Con l’operazione denominata “PIANA STUPEFACENTE” è stato disposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Palmi, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, col supporto del dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria, del Nucleo Cinofili, dell’8° Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia e dei Comandi dell’Arma competenti per territorio, l’ applicazione di misura cautelare per 16 persone (di cui 15 in carcere ed 1 all’obbligo di presentazione alla p.g.) ritenute responsabili, a vario titolo ed in concorso tra loro, di coltivazione, detenzione, vendita, acquisto e cessione di sostanze stupefacenti, acquisto, detenzione illegale e porto in luogo pubblico di armi da guerra e comuni da sparo e ricettazione. Le indagine condotte dalle Compagnie Carabinieri di Gioia Tauro e Taurianova, sotto il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Palmi, diretta dal Procuratore Capo Dott. Ottavio Sferlazza, nel periodo compreso tra il mese di novembre 2016 ed il mese di dicembre 2017 hanno portato alla luce attraverso servizi di servizi di pedinamento, osservazione, riprese video ed attività intercettive telefoniche ed ambientali, di far luce sull’esistenza di un gruppo criminale, composto prevalentemente da soggetti operanti nella Piana di Gioia Tauro ma con proiezioni anche in altre province d’ Italia, i quali, utilizzando appezzamenti di terra ubicati nelle aree rurali insistenti tra i Comuni di Gioia Tauro (RC) e Taurianova (RC), erano dediti in modo sistematico alla coltivazione, alla lavorazione ed al successivo spaccio di ingenti quantità di sostanze stupefacenti del tipo marijuana. L’organizzazione partiva dalla scelta dei terreni ove realizzare le piantagioni, poi valutava l’acquisto dei materiali per la lavorazione della droga ed alla produzione all’ingrosso della sostanza stupefacente; c’era poi chi aveva il compito esecutivo di coltivare la sostanza stupefacente, curare le fasi di semina, e la successiva coltura e raccolta della canapa. Tra l’altro, alcuni degli indagati sono risultati legati tra di loro da strettissimi legami di parentela. E’ emerso anche che gli indagati si servivano anche di fondi agricoli e beni immobili oggetto di provvedimenti giudiziari ablativi, messi a disposizione da custodi infedeli, uno dei quali destinatario di custodia cautelare in carcere, all’interno dei quali, avvalendosi di serre e capannoni per lo stoccaggio, riuscivano a realizzare fiorentissime colture di canapa indica. Le piantagioni rinvenute tra Gioia Tauro e Taurianova sono 3, rispettivamente composte da 13.000, 12.000 e 9.030 arbusti di altezza compresa tra 1 e 3 mt e di diversa tipologia; mentre sono oltre 300 kg di sostanza stupefacente già lavorata, confezionata e pronta per essere immessa nel mercato illegale della droga nella Piana di Gioia Tauro ed in altre zone del territorio nazionale. Le indagini hanno permesso di ricostruire che le sostanze stupefacenti non erano immesse solo nel mercato della piana ma anche in note località turistiche, come Cortina d’Ampezzo, dove un soggetto investito da misura cautelare in carcere era impiegato come cuoco in un hotel della zona ma era interessato alla rivendita della droga prodotta dai soggetti su esposti. E’ stato accertato come alcuni soggetti del gruppo criminale disponessero di armi comuni da sparo e da guerra di provenienza illecita e clandestine; a riguardo il 26 maggio 2017 era stata rinvenuta una mitragliatrice da guerra Sten mod. MK2 cal. 9, priva di matricola e completa di 4 caricatori e 45 cartucce del medesimo calibro, per la cui detenzione era stato arrestato, in flagranza di reato, Germanò Giuseppe 38 anni di Taurianova, destinatario oggi della custodia cautelare in carcere per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso. Per l’immissione sul mercato delle sostanze stupefacenti documentate pari a 13.281.802 dosi medie e singole, avrebbe portato a dei profitti per un valore complessivo stimato in oltre 100 milioni di Euro.
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