La Regione Calabria non ha approntato o individuato alcuna struttura in grado di poter accogliere quanti di ritorno dall’estero devono sottoporsi, come da ordinanza regionale, al periodo della quarantena.
La conferma è della stessa Regione in risposta ad una specifica richiesta di un nostro connazionale.
A segnalare il caso è un nostro lettore F.T. che attualmente si trova in Messico per motivi di lavoro. Con buon senso in adesione alle disposizioni nazionali e regionali ha scritto una mail il 29 marzo scorso indirizzata a [email protected] dove testualmente segnala che ” dovrei rientrare verso il 15 aprile, so di dover fare la quarantena di 14 gg e volevo sapere se la regione ha previsto delle strutture tipo alberghi dove poter fare la quarantena, io ho due figli piccoli e vorrei evitare di farla a casa visto che per rientrare dovrò prendere almeno 4 aerei“.
Alla sua richiesta, dopo alcuni giorni, ha risposto la Regione con questa comunicazione: “A seguito dell’ordinanza del Presidente della Regione Calabria n. 15 del 22 Marzo 2020 è vietato ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dal territorio regionale, salvo che per spostamenti derivanti da comprovate esigenze lavorative legate all’offerta di servizi essenziali ovvero spostamenti per gravi motivi di salute. Si precisa, altresì, che i cittadini minorenni di rientro dei viaggi studio all’estero, giovani calabresi al rientro dall’estero dopo aver partecipato al programma Erasmus, ovvero studenti di rientro, dall’estero, per la frequenza di corsi master o dottorati di ricerca, possono -se in possesso di autocertificazione da inviare al Dipartimento di Prevenzione dell’ASP territorialmente competente – rientrare nel territorio regionale. Grazie per la collaborazione”.
Ora è evidente che nessuna struttura in Calabria è stata predisposta per accogliere i calabresi che rientrano dall’estero e che devono sottoporsi alla quarantena ma, ancora più sorprendente in negativo, è la risposta che F.T. ha ricevuto e che, in pratica, gli “suggerisce” di rimanere in Messico e di non tornare.
Probabilmente non saranno moltissimi i casi come quello che ci ha segnalato il nostro lettore che, per rispetto delle regole imposte dall’emergenza coronavirus, ha manifestato con grande anticipo la sua volontà di rientrare in Calabria e, soprattutto, di voler evitare qualsiasi potenziale rischio di contagio per i suoi due piccoli bambini se costretto a fare la quarantena in casa.
Dover prendere ben 4 aerei che da Città del Messico fanno scalo a Londra e poi a Roma rappresenta una potenziale fonte di contagio da tenere in considerazione. Sarebbe opportuno che, tra le tante misure restrittive adottate per contenere la diffusione del contagio da covid-19, si potesse aggiungere anche quella di indirizzare i calabresi che rientrano dall’estero e non solo in strutture idonee a garantire una quarantena in sicurezza per loro e, soprattutto, per i loro familiari. In Calabria, di certo, non mancano le strutture ricettive private che potrebbero essere utilizzate con ciò garantendo loro anche qualche economia in un settore che più di altri sta pagando il prezzo della crisi.
Come tutti gli esperti della materia stanno evidenziando in questi giorni la misura del distanziamento sociale si sta dimostrando efficace ma, allo stesso tempo, segnalano che proprio all’interno delle case degli italiani si manifesta il serio pericolo che il contagio possa estendersi a causa della complessità di mantenere alto il livello di sicurezza personale e collettvo dei nuclei familiari.
“Voglio evitare possibile contagio ai miei bimbi”, ma la Regione come risponde?
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