Cosa è accaduto a Beatrice Celia? La giovane aveva 22 anni ed è stata trovata morta il 17 marzo 2024 a Catanzaro, dove viveva in casa con la madre. Ci sono però dei punti oscuri nella vicenda, dato che quella mattina la madre ha ritrovato in casa oggetti che non appartenevano alla figlia e che non aveva mai visto. Beatrice era una ragazza molto attiva: aveva posato occasionalmente come fotomodella, lavorava nell’azienda di famiglia e aveva realizzato un filmato per partecipare al casting di Uomini e Donne. Per un anno e mezzo aveva avuto una relazione con un coetaneo di Catanzaro, ma quella relazione era finita. La madre e le amiche non parlano del rapporto in un’accezione positiva. Mamma Elena ha infatti raccontato a “Chi l’ha visto?”: “Era un rapporto malato, perché lei non era più la stessa quando stava con lui”. La donna ha riferito di una lite in discoteca, che avrebbe richiesto l’intervento dei buttafuori, quando lui avrebbe messo le mani al collo di Beatrice. La ragazza avrebbe chiarito che la reazione sarebbe stata generata dal proprio saluto a un’altra persona. Beatrice avrebbe intanto smesso di uscire, poiché avrebbe temuto la reazione di lui che, stando a quanto afferma la madre, l’avrebbe geolocalizzata. Quando usciva con le amiche, avrebbe inviato dei messaggi definendo Beatrice e le sue sodali come “prostitute”.
Ma un giorno tutto cambia: l’ex fidanzato avrebbe invitato Beatrice a un concerto a Milano, e lei avrebbe accettato, dopo molte resistenze, l’invito, forse anche per fare chiarezza sul loro rapporto, come avrebbe raccontato successivamente a un’amica. Ma al concerto, l’11 marzo, i due arrivano solo all’ultima canzone, perché avrebbero litigato, e una volta rientrati in albergo la lite sarebbe continuata anche fisicamente. “Ho visto lividi”, ha chiarito mamma Elena indicando il collo, ma segni di presunta violenza sarebbero stati presenti anche sulle braccia. Nei giorni successivi, Beatrice sarebbe rimasta sempre in casa, anche la notte prima del 17 marzo, in cui era da sola poiché la madre era impegnata al lavoro. Beatrice avrebbe inviato all’ex alcuni messaggi, ma lui ha riferito di averli visti solo al mattino.
È stata mamma Elena a ritrovare la figlia rientrando alle 7 del mattino: non trovandola in camera avrebbe provato a chiamarla al telefono e, entrando in bagno, avrebbe notato dapprima la vasca piena d’acqua e la figlia, che sembrava in piedi, nella doccia. Ma Beatrice era morta. La donna ha ritrovato però in casa degli oggetti che non appartengono alla ragazza, ovvero una maglietta appoggiata su una sedia in camera da letto e sul lavello un paio di auricolari nere – quelle di Beatrice erano bianche. L’ex, al telefono con la trasmissione di Rai 3, smentisce qualunque coinvolgimento, e anzi ridimensiona la portata delle loro liti: “I carabinieri hanno, penso, il suo telefono e tutto quanto. Come possono vedere le cose negative che ci sono in una relazione, come possono essere litigate, potranno sicuramente avere appurato, e per questo io invito i carabinieri a indagare”.
Alessandro, ex ragazzo di Beatrice intende precisare:
“Apprendo, finanche da notizie di stampa, che la madre della mia ex ragazza non riesce a sopravvivere allo straziante dolore causato dall’aver rinvenuto Beatrice morta suicida nel bagno di casa. Legittimo, condivisibile e comprensibile lo stato d’animo che alberga in una madre che, appena pochi mesi fa, ha improvvisamente perso la giovane ed amata figlia. Parimenti, avrei anch’io bisogno di riacquistare quella serenità oramai compromessa a causa di un evidente comportamento suicidario che tanto dolore ha provocato a parenti, amici, e semplici conoscenti. Tutti quelli che le stavano vicino sapevano del malessere che attanagliava Beatrice, ma nessuno poteva immaginare che l’avrebbe condotta a tale infausta conseguenza. Ciò che non comprendo, però, sono le spiacevoli oltre che illegali illazioni che sconsideratamente si pretende di alimentare per dare un senso ad un insano gesto che evidentemente ha radici ben più profonde e lontane.
È alquanto inopportuno, quindi, che, peraltro senza alcun contraddittorio, vengano resi pubblici piccoli frammenti di situazioni afferenti alla relazione intrattenuta con Beatrice.
Trattasi di una narrazione distorta di (pseudo)fatti, privi di rilevanza penale, che nulla centrano con quanto accaduto. Sul punto non temo smentita.
Pertanto, se da un lato è grave la mancanza di rispetto per il dolore che, mio malgrado, mi ha investito, dall’altro è evidente come dette avventate ricostruzioni, ben lontane dalla realtà dei fatti, rivestano carattere giuridicamente tutelabile, poiché lesive di ogni mio diritto. Diffido, quindi, chiunque, dal proseguire su binari non consentiti, giacché riverberanti grave nocumento (anche) alla mia persona. In mancanza, ho già conferito formale mandato al mio legale di fiducia, affinché vengano intraprese le opportune iniziative giudiziarie”.