Reggio Calabria – Per l’amministrazione Falcomatà l’isola pedonale sul lungomare è stata un successo, ma di fatto le operazioni di smantellamento dei dehors sono già iniziate e la circolazione ordinaria sarà ripristinata con qualche giorno di anticipo rispetto alla data di deadline fissata per il 30 settembre. A far accelerare i tempi è stata l’apertura delle scuole, che ha gettato nella disperazione i genitori reggini che in questa prima settimana di lezione hanno dovuto attraversare le vie del centro per accompagnare i figli. Un tragitto ad alto tasso di stress che ha rinnovato il clima di esasperazione degli esordi dell’estate: oggi come allora, tra le auto in fila a passo d’uomo sono fioccate le imprecazioni all’indirizzo degli amministratori.
La rapida scomparsa dei salottini e la rimozione delle transenne si svolge in un’atmosfera di disfatta: nonostante si sia ribadito che l’esperimento sarà ripetuto la prossima estate, non si può far finta che il progetto abbia funzionato. Colpa di un’organizzazione ancora da rodare o dell’indole abitudinaria dei cittadini, ostili ad ogni cambiamento e soprattutto ad adattarsi a nuovi assetti urbani proposti nell’interesse della vivibilità di Reggio? La creazione di isole pedonali con l’obiettivo a lungo termine di diventare permanenti era noto alla cittadinanza perché inserito nel programma elettorale del “secondo tempo” di Giuseppe Falcomatà. Ma dalla carta alla realtà l’idea è stata realizzata in modo frettoloso e senza prevedere le problematiche che sarebbero sorte nel centro storico per le auto sia in transito che in sosta. L’arrivo delle navette “piglia e porta” ha messo una pezza, ma non è bastato. Partiti con ritardo, i dehors si sono riempiti a stagione più che inoltrata e solo nel mese di agosto una presenza di gente anche visivamente estiva ha sostituito l’impatto di desolazione e buio (l’illuminazione è stato uno dei principali errori del progetto) che aveva accompagnato l’esordio dell’iniziativa. Alla furia degli automobilisti si è sommata la protesta dei ristoratori delle altre zone della città, che lamentavano l’esclusione dal progetto, tanto da predisporre in autonomia i loro spazi on the road anche in modo creativo, ottenendo infine la possibilità di occupare anche loro, dove non proprio impossibile, porzioni di strade di fatto chiuse al traffico come accadeva sulla via marina alta.
Numeri alla mano, l’isola pedonale non ha incentivato le visite né ha dato al settore produttivo interessato quella spinta in più necessaria in una delicatissima riapertura della stagione. Insomma, il bilancio non è dei più felici ma l’amministrazione ci riproverà, si spera facendo tesoro anche dei suggerimenti delle associazioni di categoria, che hanno subito individuato come punto debole dell’isola pedonale la mancata previa concertazione con gli esercenti, coloro che sarebbero stati attori principali dell’attività.
A ripagare Falcomatà e la sua giunta di questo parziale flop c’è stato però l’ottimo risultato dell’Estate Reggina. Le proposte selezionate dal bando sono piaciute ed hanno attirato spettatori anche con lo spauracchio del green pass, che non ha penalizzato gli spettacoli come si temeva. E gli eventi di punta – pur tecnicamente non parte del calendario dell’amministrazione ma organizzati da promoter esterni e ovviamente a pagamento – sono stati da sold out. Insomma, ancora una volta a salvare la baracca (in questo caso quella del turismo) sono stati cittadini e associazioni, e per giunta a costo zero come accade da anni ormai in quasi tutte le città italiane oberate dai dissesti e costrette a tirare la cinghia da qualche parte – che è sempre quella della cultura, eterna cenerentola. E non dimentichiamo che i reggini di buona volontà in questi mesi si sono occupati anche di decoro urbano e igiene con spedizioni collettive di pulizia. Un’azione di civismo amaramente emblematica nell’estate del ratto scalatore sulle colonne di Tresoldi, uno dei meme dell’estate di Reggio che vorremmo poter cancellare dagli annali dei social e dalla nostra memoria.
Isabella Marchiolo