“Non ha senso che Tim abbia concesso delle proroghe alle commesse affidate alla Abramo Customer Care quando i volumi sono dimezzati e, di conseguenza, il ricorso alla cassa integrazione per i lavoratori è arrivato fino al 60 per cento”. Lo afferma la deputata del Movimento 5 stelle Anna Laura Orrico.
“Uno spot – dice Orrico -, un contentino al presidente Occhiuto che aveva provato a mediare, e che però getta nello sconforto i lavoratori e le lavoratrici di Abramo CC. Infatti, proprio di recente, l’azienda ha informato i sindacati di non poter più anticipare gli importi di cassa integrazione e che gli ammortizzatori sociali non bastano a coprire il calo dei volumi. Facile immaginare – continua l’esponente pentastellata – che questa situazione abbia un impatto notevole sulle vite e nelle economie dei lavoratori della Abramo CC così come in quelle dei colleghi delle altre aziende che operano negli appalti di Tim, che vivono difficoltà simili e che, legittimamente, hanno proclamato sciopero per il prossimo 18 marzo.
In tutto, infatti, sono coinvolti circa cinquemila lavoratori le cui sedi aziendali sono collocate prevalentemente al sud, e se il comparto va al collasso una bomba sociale è dietro l’angolo pronta a deflagrare. D’altronde Tim è pur sempre un’azienda che annovera fra i suoi azionisti lo Stato attraverso Cassa di depositi e prestiti e le sue scelte dovrebbero tener conto delle implicazioni sociali connesse. Per queste ragioni – conclude Anna Laura Orrico – ho presentato una interrogazione parlamentare ai ministri competenti, ad iniziare da Urso, per chiedere la convocazione di un tavolo ministeriale e la salvaguardia del perimetro occupazionale di un’azienda come la Abramo Customer Care che opera da molti anni in territori fragili dal punto di vista sociale ed economico”.