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sabato, 23 Novembre, 2024
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Accusa terrificante: Arrestata 27enne in provincia di Bergamo, accusata di doppio infanticidio

Avrebbe soffocato i due figli di pochi mesi. Con questa accusa i carabinieri di Bergamo hanno arrestato una giovane donna, M.B. di 27 anni, accusata di omicidio volontario. Le indagini, coordinate dalla procura di Bergamo e condotte dalla sezione operativa della compagnia carabinieri, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico della donna. E’ accusata di aver causato la morte della sua prima figlia, di soli 4 mesi, il 15 novembre 2021, e del secondo figlio, di appena due mesi di vita, il 25 ottobre 2022.
Le indagini
Le indagini sono iniziate il 25 ottobre 2022, data della morte del secondo figlio di appena due mesi. Il decesso era avvenuto nellā€™abitazione a Pedrengo nel bergamasco, dove la donna aveva chiesto l’intervento del 118. La tenera etĆ  del bambino e le analogie con la precedente prematura morte della prima figlia della donna, avvenuta meno di un anno prima, avevano portato i carabinieri a voler approfondire le cause del decesso e lā€™autoritĆ  giudiziaria aveva disposto lā€™autopsia del neonato. Lā€™esito dellā€™esame autoptico, arrivato nel mese di febbraio 2023, ha fatto emergere che la morte del piccolo era stata causata inequivocabilmente da un’asfissia meccanica acuta da compressione del torace: secondo gli investigatori questa asfissia era stata ottenuta attraverso unā€™azione volontaria, che evidenziava lā€™obiettivo di causare la morte del bambino.

Le indagini hanno reso indispensabile unā€™accurata rivalutazione delle cause della morte anche della prima figlia, avvenuta il 15 novembre 2021. Anche in quellā€™occasione a casa era presente solo la madre, la quale aveva riferito di aver dato il latte alla bambina e di averla fatta digerire in braccio fino a farla addormentare, per poi constatare, dopo essersi fatta una doccia, che la piccola, distesa nella propria culla, era diventata cianotica e non respirava piĆ¹. Il medico intervenuto, nel constatare il decesso della bambina, in assenza di segni evidenti, aveva dichiarato di aver aspirato abbondante latte dal tubo endotracheale della bambina e aveva quindi spiegato che probabilmente la nascita prematura della stessa, nata di 7 mesi, aveva comportato un deficit della deglutizione, cosƬ da ritenere che la morte fosse avvenuta per cause naturali, riconducibili alla Sudden Infant Death Syndrome (Sids), comunemente nota come ‘morte in culla’, consentendo il successivo seppellimento della salma.
Il pubblico ministero ha disposto cosƬ, a distanza di quasi due anni dai funerali della piccola, nel cimitero di Pedrengo la riesumazione del suo cadavere per effettuare lā€™esame autoptico. Purtroppo per un pregresso danneggiamento della bara non ĆØ stata possibile una buona conservazione della salma della bambina, motivo per il quale lā€™esame in questione ĆØ risultato falsato e non ha restituito informazioni risolutive per le investigazioni in corso. CiĆ² nonostante, lā€™indagine, proseguita in modo tradizionale, attraverso numerose escussioni di medici, parenti, specialisti e amici della donna, e attraverso lā€™analisi della corposa documentazione medica acquisita, ha consentito, anche in relazione alla morte della prima figlia, di far emergere gravi indizi di colpevolezza a carico della donna, risultati in particolare da una serie di dichiarazioni discordanti fornite dallā€™indagata nel corso del tempo, che non avevano trovato corrispondenza con quanto accertato dai carabinieri.

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La bambina, sebbene nata pretermine e leggermente sottopeso, rilevano gli investigatori, allā€™atto delle dimissioni dal nido e nelle successive visite pediatriche era sostanzialmente sana come il fratello: pertanto, sottolineano gli stessi, la morte era verosimilmente avvenuta non per cause naturali, ma per asfissia, cosƬ da non lasciare sul cadavere segni esteriori visibili allā€™esame esterno, ma al tempo stesso compatibile sia con una condotta omicida analoga a quella utilizzata dallā€™indagata nei confronti del secondogenito, sia con lā€™utilizzo di un cuscino, a cui la donna aveva fatto riferimento, indicandolo quale possibile causa del soffocamento accidentale della piccola, solo dopo aver appreso delle indagini a proprio carico. CosƬ, allā€™esito degli accertamenti effettuati, il quadro indiziario delineato dagli investigatori ha individuato la causa scatenante dellā€™azione infanticida, per entrambi i delitti, nellā€™incapacitĆ  della madre di reggere alla frustrazione del pianto prolungato dei bambini, escludendone la possibile connotazione colposa.
Nel corso dellā€™indagine non ĆØ emerso, dallā€™esame della documentazione sanitaria dellā€™indagata prima e dopo gli eventi criminosi, un disturbo di tipo psichico della donna, pertanto si ritiene che la stessa abbia agito nella piena capacitĆ  di intendere e di volere, apparendo lucida, ben orientata, con grande capacitĆ  di linguaggio, razionalizzazione e freddezza, caratteristiche palesate, tra lā€™altro, nellā€™organizzazione della propria difesa, dopo aver scoperto di essere sospettata dei due infanticidi. Il gip presso il Tribunale di Bergamo, concordando con lā€™ipotesi investigativa formulata dalla Procura, ha emesso nei confronti della donna, presunta responsabile del duplice omicidio, lā€™ordinanza di custodia cautelare in carcere che ĆØ stata eseguita questa mattina, evidenziandone la spiccata pericolositĆ  sociale e un concreto e attuale pericolo di reiterazione del reato.
(Adnkronos)

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