A distanza di qualche giorno, a cavallo tra Ottobre e Novembre, ACU Calabria registra due provvedimenti positivi dell’ABF – Arbitro Bancario Finanziario di Bari e di Milano, in favore di due consumatori associati, rispettivamente titolari di un conto corrente e di una carta prepagata e vittime di un furto di euro 2.420,00 il primo ed euro 2.748,50 la seconda a causa di pirateria informatica.
I Consumatori sono stati oggetto di due distinti attacchi di phishing, prontamente denunciati alle Autorità, ed hanno disconosciuto le transazioni fraudolente. In entrambi i casi Poste Italiane non aveva inteso risolvere transattivamente le vertenze rifiutando i rimborsi, ritenendo che le operazioni contestate fossero state eseguite regolarmente o comunque attribuendo ai consumatori la responsabilità per la mancata custodia dei dispositivi personalizzati.
“Il ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario si rivela sempre più conveniente e vantaggioso, oltre efficace, per tutelare i diritti dei consumatori vittime di truffe informatiche. Gli intermediari (Banche-Poste) non riconoscono mai la vulnerabilità dei loro sistemi costringendo i consumatori a vivere nell’ansia per aver perso cospicui risparmi che ritenevano fossero al sicuro -riferisce l’avv. Sergio Tomaino, Presidente regionale di ACU Calabria. Abbiamo assistito gli associati davanti i collegi arbitrali competenti per territorio che, dopo l’istruttoria documentale, hanno condannato Poste Italiane alla integrale restituzione delle somme trafugate ai consumatori, oltre agli interessi ed alle spese di procedura>”.
L’Arbitro Bancario Finanziario, in composizione collegiale, in linea con la propria giurisprudenza in materia, nelle due decisioni ha sancito che il rischio di utilizzazione fraudolenta degli strumenti di pagamento on-line ricada, in prima battuta, sull’intermediario, il quale può sottrarsi all’obbligo di rimborso delle somme fraudolentemente sottratte dando dimostrazione che le operazioni contestate sono state correttamente eseguite e non sono frutto di malfunzionamenti delle procedure esecutive e fornendo inoltre la prova del dolo ovvero della colpa grave dell’utilizzato, aggiungendo che il sistema di autenticazione adottato da Poste Italiane non è conforme alla Strong Customer Authentication, pervenendo quindi alla condanna di Poste Italiane.
“Va ricordato ai cittadini –riferisce l’avv. Tomaino- che l’ABF decide su tutte le questioni che riguardano i rapporti bancari e finanziari con banche, finanziarie e poste. E’ uno strumento alternativo a quello giurisdizionale (magistratura ordinaria), consigliato e favorito da ACU e dalle Associazione Consumatori perchè, al pari delle conciliazioni, delle mediazioni e degli arbitrati, riesce a dare ai consumatori risposte in tempi brevi e con un minimo sacrificio economico”.