E’ morto Sinisa Mihajlovic. Il tecnico serbo, 53 anni, è spirato quest’oggi in una clinica di Roma dove stava affrontando gli ultimi minuti della sua lunga e maledetta partita contro una leucemia mieloide acuta, il suo peggior nemico da luglio del 2019. Un avversario battuto una prima volta, con il trapianto di midollo nell’ottobre dello stesso anno e l’uscita dall’ospedale a dicembre, per tornare al timone del suo Bologna.
Era ricoverato da domenica 11 dicembre presso la clinica Paideia, per un’infezione divenuta da subito grave a causa del sistema immunitario compromesso dalla malattia stessa e dalle pesanti terapie. Domenica si è alzata la febbre e la situazione è progressivamente peggiorata, da qui la decisione del ricovero. Ha lottato fino a oggi.
Sono di nemmeno due settimane fa le foto del serbo sorridente alla presentazione del libro di Zeman, prima uscita pubblica dopo tanti mesi. Nelle due lunghissime battaglie, i tifosi bolognesi non hanno mai abbandonato Mihajlovic. Un filo mai spezzato, nemmeno lo scorso settembre quando, con la squadra in crisi di risultati, la società sollevò dall’incarico il tecnico serbo per sostituirlo con Thiago Motta.
Il ‘come sta Sinisa?’ è stato sotto le Torri un passaparola continuo, appassionato, in questi mesi in cui il serbo era tornato nella sua Roma, circondato dall’affetto della moglie Arianna e dei loro cinque figli. Una famiglia a cui oggi si stringono forte Bologna e tutta l’Italia.