Così ha deciso il Tribunale di Sorveglianza di Bologna, accogliendo il reclamo proposto dalla difesa dell’imputato. L’uomo in questione è Pasquale Pititto, presunto boss di Mileto, condannato inizialmente al 41 bis e ora ritornato nella sua abitazione per gli arresti domiciliari.
Il classe 68 fu coinvolto nel processo Dinasty e condannato per omicidio. Di recente era finito dietro le sbarre nell’ambito dell’Operazione Stammer 1 e Stammer 2, perchè ritenuto al vertice di un sodalizio dedito all’importazione di grossi quantitativi di cocaina dal Sud America.
Nel corso del giudizio l’imputato è stato assolto, in secondo grado, da ogni contestazione a fronte di una richiesta di condanna a 30 anni di reclusione. Di recente la sua posizione si è spostata su Roma e Bologna, dove inizialmente il Tribunale di Sorveglianza di Roma ha revocato il decreto ministeriale di sottoposizione al carcere duro e successivamente il Tribunale di Sorveglianza di Bologna, accogliendo il reclamo proposto dagli avvocati Francesco Sabatino, Giovanni Marafioti e Gemma Gasponi, ha finalmente consentito a Pititto di accedere nuovamente agli arresti domiciliari.