Una gioia tale da fare commuovere anche lui, Michele Albanese, giornalista calabrese da anni sotto scorta per i suoi scritti.
Cinquantanovenne, sposato e padre di due figlie, Michele di professione fa il Giornalista, con la G maiuscola. Comincia negli anni ’80 come cronista di nera. Vive nella Piana di Gioia Tauro, una terra che conosce come le sue tasche, che ama, rispetta e racconta. I suoi lavori non sono passati inosservati a chi in quei luoghi ha piantato le radici di un’organizzazione criminale tra le più potenti al mondo: la ‘ndrangheta.
Dal 17 luglio 2014, Michele è scortato da due poliziotti che vigilano sulla sua sicurezza, secondo le indagini delle forze dell’ordine la ‘ndrangheta avrebbe avuto un piano per ucciderlo. Consigliere nazionale Fnsi, presidente del Gruppo Cronisti del Sindacato Giornalisti della Calabria, redattore per il Quotidiano del Sud e corrispondente Ansa, oggi la penna di Albanese è una baionetta ancora carica e il suo coraggio fa da eco alle sue parole quando racconta di come sia cambiata inevitabilmente la sua vita. (INFORMAREONLINE.COM)
IL PREMIO
Il Premio Giancarlo Siani, istituito nel 2004, è un riconoscimento al giovane giornalista napoletano ucciso dalla camorra il 23 settembre del 1985.
Il Premio è promosso dalla Fondazione Giancarlo Siani, dalla Fondazione Pol.i.s., dall’Ordine dei giornalisti della Campania, dal Sindacato Unitario giornalisti campani, dall’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa e dal quotidiano «Il Mattino».
E si avvale, annualmente, della collaborazione della Regione Campania, del Comune di Napoli, di Libera, del Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti di criminalità e dell’Associazione Centro di Documentazione e Ricerca.
LE REAZIONI DI ALBANESE
“Non lo sapevo! Non mi avevano detto nulla, per questi motivi la sorpresa, l’emozione, la memoria. Ero andato a Napoli per partecipare ad una tavola rotonda in occasione delle manifestazioni del 35° anniversario dell’omicidio di Giancarlo Siani. Alla fine dei lavori ripresi e trasmessi da Radio Siani, la consegna del corposo libro con tutti gli articoli del giovane collega ma anche il Premio intitolato a Giancarlo.
Un onore ma anche una nuova responsabilità, quella di contribuire a non rendere vana quella fine così tragica. Una responsabilità vissuta con la speranza di contribuire a liberare il nostro mestiere da quelle forme di devianza che abbruttiscono il nostro lavoro.
Un dovere quello di continuare ad essere al servizio della verità e dei cittadini come recita l’art. 21 della nostra Costituzione. Grazie alla Fondazione Giancarlo Siani, alla Fondazione Polis presieduta da don Tonino Polese, ad Ottavio Lucarelli presidente dell’ordine dei Giornalisti della Campania. Mi avete fatto commuovere….”