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domenica, 7 Luglio, 2024
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Al Sud ci sono quasi 7 milioni di persone a rischio povertà. Al Nord meno della metà

Nel 2023, sono quasi 4 milioni le persone a rischio povertà in più nel Mezzogiorno rispetto alle realtà settentrionali: in particolare, 6,7 milioni al Sud a fronte dei poco più di 2,7 milioni al Nord. La povertà si conferma, dunque, significativamente più alta nel Mezzogiorno rispetto al Nord. Anzi con una tendenza al peggioramento in termini di divario”. È questo uno dei dati che si evidenziano nell’ultimo studio dell’Istituto Demoskopika dedicato al rapporto tra il Nord e il Sud dell’Italia con particolare riferimento al decennio 2013-2023.

“Nel 2023, il tasso di povertà nel Nord è del 9,9%, contro il 33,7% del Mezzogiorno, con un divario di 23,8 punti percentuali rispetto ai 22,9 punti percentuali del 2013″, evidenzia l’Istituto segnalando che “il numero indice è passato da 94,2 del 2013 a 97,9 punti del 2023. Questo indica che una parte significativa della popolazione nel Mezzogiorno vive in condizioni di povertà, evidenziando una grave disuguaglianza economica. Per combattere la povertà, è essenziale reintrodurre o rafforzare programmi strutturali di inclusione sociale e misure di sostegno al reddito per le famiglie più vulnerabili nel Mezzogiorno”.

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Sul fronte della ricchezza, invece, quello 2022-2023 è stato il biennio “più nero del decennio”. Il prodotto interno lordo pro-capite nel Nord, stando allo studio, “è aumentato da 32.919 euro nel 2013 a 36.904 euro nel 2023, mentre nel Mezzogiorno è passato da 17.980 euro a 19.821 euro nello stesso periodo. Il divario è aumentato, dunque, a 17.083 euro nel 2023, mostrando un ampliamento delle differenze economiche. Il numero indice è passato da 87,4 del 2013 a 100,0 punti del 2023, confermando lo stesso scenario dell’anno precedente”. Questo datoriflette una maggiore capacità di generare ricchezza nel Nord rispetto al Mezzogiorno. Per ridurre questo divario, sottolinea a conclude Demoskopika, “potrebbero essere utili politiche di sviluppo economico mirate, come l’attrazione di investimenti e il supporto all’imprenditorialità nel Mezzogiorno”.
(Agenzia DIRE-www.dire.it)

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