È iniziato quest’oggi con l’udienza preliminare nell’aula allestita nell’auditorium della Casa della Resistenza di Fondotoce, il processo per la tragedia della funivia del Mottarone, dove 14 persone morirono il 23 maggio 2021 a seguito della rottura di una fune traente dell’impianto di sicurezza, che causò il distacco di una delle cabine, la numero 3, che precipitò per oltre 20 metri rimanendo incastrata in una zona boschiva lontana da strade carrabili. Nella tragedia morirono anche due fidanzati calabresi. Serena Cosentino, di 27 anni, di Diamante, da alcuni mesi si era trasferita a Verbania dove aveva vinto un concorso come borsista di ricerca al Cnr Istituto di Ricerca sulle Acque prendendo servizio il 15 marzo. In precedenza aveva studiato alla Sapienza di Roma. Nell’incidente è morto anche il fidanzato Mohammadreza Shahaisavandi 23 anni, iraniano. Anche lui residente a Diamante anche se viveva a Roma dove studiava. Il ragazzo, secondo quanto si è saputo, era andato a trovare la fidanza a Verbania e insieme erano andati a fare una gita sul Mottarone.
L’udienza preliminare del processo è durata circa un’ora e mezza. Sono undici le parti civili ad avere avanzato richiesta di costituzione nel processo. Sei di queste lo hanno fatto nei confronti di tutti gli imputati: si tratta della Regione Piemonte, del Comune di Stresa, di Eitan Biran, di alcuni parenti di Serena Cosentino, una delle vittime dell’incidente, e dell’Anmil (Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro). Altre cinque parti lo hanno fatto nei confronti di tutti gli imputati esclusa la società Leitner.
“Dobbiamo fare quello che è meglio per Eitan, non per qualcuno delle famiglie. Le famiglie devono stargli vicino insieme”. Lo ha detto Shmuel Peleg, nonno del piccolo Eitan che nelle settimane successive alla tragedia, rapì portando con sé il bambino in Israele e che, per l’accaduto, ha patteggiato venti mesi, arrivato a sorpresa all’udienza preliminare sulla tragedia del Mottarone, che si è aperta a Verbania. “Eitan ha perso sufficienti cose” nella tragedia, ha aggiunto. E a chi gli chiedeva cosa si aspetta dal processo, ha risposto: “Non ho aspettative, voglio essere qua per mia figlia e la mia famiglia”.