“Nella mattinata di ieri, il Consiglio dei Ministri ha varato due provvedimenti in materia sanitaria: un decreto legge sulle liste d’attesa e un disegno di legge sulla gestione delle liste d’attesa. La questione delle liste d’attesa rappresenta uno dei problemi strategici del servizio sanitario. I ritardi accumulati sono troppi e spesso costringono i cittadini a rinunciare alle cure o a rivolgersi al settore privato, se possono permetterselo”. È quanto afferma la consigliera regionale del Partito Democratico, vice presidente della Commissione Sanità, Amalia Bruni.
“Nonostante i ripetuti annunci del governo su interventi risolutivi, i provvedimenti approvati oggi sembrano solo una minestra riscaldata. Si prevedono nuove piattaforme, comitati di controllo e strumenti organizzativi già esistenti. Tuttavia, il dato più insopportabile è che, a parte i 250 milioni di euro destinati alla detassazione (15%), non si prevedono risorse per le prestazioni aggiuntive che potrebbero essere attivate anche nei fine settimana per gli operatori. È come dire alle regioni: fate prestazioni aggiuntive ma senza soldi”, afferma ancora Bruni. “Legittime sono le perplessità delle Regioni, che non sono state neanche ascoltate. Ancora più fumoso è il disegno di legge che prevede l’abolizione del tetto di spesa in materia di personale a partire dal 2025. Veramente la montagna ha partorito il topolino. Senza risorse aggiuntive significative, ancorate a un piano stringente e verificabile, non si abbattono le liste d’attesa e il cittadino/paziente sarà sempre più lasciato al suo destino”, rimarca la consigliera regionale democratica.
“Il Partito Democratico, sin dallo scorso autunno, ha assunto come obiettivo principale della sua iniziativa politica il potenziamento del servizio sanitario pubblico. Lo ha fatto con proposte di legge e con iniziative concrete. Le risposte del governo sono assolutamente insufficienti, anche sul versante delle liste d’attesa. Per quanto ci riguarda – conclude la consigliera regionale Amalia Bruni – intensificheremo la nostra iniziativa in Calabria e nel resto del Paese. La tutela della salute è la prima emergenza nazionale”.