“Rosa deve pagare, tuttavia non bisogna metterla al rogo. Piuttosto bisogna aiutarla per farle capire l’errore. Deve essere aiutata”. Sono le parole di Ludovica Cavoto, sorella del papà della neonata Sofia rapita da una clinica privata a Cosenza da Rosa Vespa. La studentessa spiega inoltre quanto questa vicenda stia mettendo a dura prova la sua famiglia: “Spero tanto che mia cognata non abbia un crollo”. Poi punta il dito sulla “omertà dei cosentini. Nessuno si fa avanti per chiarire i dubbi di questa vicenda”.
Intanto vanno avanti le indagini per chiarire ogni aspetto di questa vicenda che ha ha gettato nello sgomento l’opinione pubblica per tutti glia spetti già emersi. Gli inquirenti della squadra mobile di Cosenza stanno dando la caccia alla presunta talpa che avrebbe favorito Rosa Vespa, fornendole documenti falsi come le ecografie, i test delle analisi e le ricette per le visite ginecologiche. La polizia è in possesso anche di un finto foglio d’uscita dalla clinica Sacro Cuore, dove Rita ha detto di aver partorito.
Nelle mani degli inquirenti anche alcuni messaggi inviati al marito e svelati da Quarto Grado. “Dopo tanta attesa il nostro miracolo è arrivato! Mamma e papà ti amano, benvenuto piccolo Ansel. Amore mio non ti fanno entrare, ma io sono tranquilla. Guarda whatsapp, che dopo ti mando le foto”. Pochi minuti dopo l’uomo riceve un altro messaggio il cui mittente è al momento sconosciuto: “Sua moglie è partorita, tutto bene. Un bimbo di kg 3,250. Tra un po’ la faccio chiamare. Parto naturale, nessun punto”.