Il prossimo sabato 28 maggio si celebra in tutta Italia la Giornata della Consulenza Familiare. Si tratta di un’iniziativa A.I.C.C.eF. Associazione Italiana Consulenti Coniugali e Familiare per far conoscere al grande pubblico la Consulenza Familiare, le sue caratteristiche e la sua efficacia, e promuovere il Consulente Familiare professionista socio-educativo, che sostiene la famiglia nella complessità delle sue relazioni e nelle fasi di cambiamento ed evoluzione.
Anche in Calabria, grazie alla coordinazione delle referenti regionali A.I.C.C.eF. dott.sa Caterina Perrelli e dott.sa Gabriella Bonanno, si promuoverà la presentazione della Consulenza Familiare anche attraverso le attività dei Consultori Familiari presenti nella nostra amata Terra. Il “Consultorio La famiglia” di Cosenza diretto da Giuseppe De Rose, il “Consultorio l’Agape” di Trebisacce diretto da Adriana Severino e Isabella Regino, il “Centro Qahal” di Crotone diretto da Don Rosario Morrone e Giulia Battigaglia e l’associazione “La famiglia” di Gioiosa Ionica diretta da Stefania Totino.
Come ci spiega la dott.sa Perrelli “La consulenza familiare si qualifica come una relazione d’aiuto socio-educativa che tende a fare della persona, della coppia e della famiglia la protagonista del superamento della sua difficoltà, instaurando un rapporto di fiducia e di collaborazione, affinchè con le proprie risorse superi il momento di disagio. La relazione d’aiuto trova la sua ragione d’essere, la sua dimensione pedagogica-educativa, nella natura relazionale dell’uomo e nella responsabilità etica che lega l’uomo all’altro uomo. Il consulente familiare, è un professionista socio-educativo, disciplinato dalla Legge n. 4/2013, disposizioni in materia di professioni non organizzate, che, adeguatamente formato con metodologie specifiche, aiuta la coppia e il nucleo familiare ad attivare, nelle loro dinamiche relazionali, le risorse interne ed esterne per affrontare crisi, cambiamenti e situazioni difficili. Prepara e sostiene alla genitorialità, propone nuove strategie di incontro per genitori e figli, sostenendoli nelle diverse fasi del ciclo di vita familiare operando nel qui e ora, si occupa delle normali problematiche della vita quotidiana e non delle patologie ed è tenuto al segreto professionale”.
In questo particolare e delicato periodo storico, tutti noi percepiamo maggiormente le nostre fragilità, per questo l’iniziativa dell’associazione ci coinvolge e interessa tutti. Come ci informa la dott.sa Bonanno “L’A.I.C.C.eF, fondata nel 1977, è l’associazione professionale che tutela i Consulenti Familiari, è iscritta al Mise tra le associazioni che rilasciano l’Attestazione di qualità ai propri associati, conserva e aggiorna l’elenco dei professionisti e il Ministero della Giustizia con D.M. 5 settembre 2013, l’ha iscritta nell’elenco delle associazioni maggiormente rappresentative a livello nazionale delle professioni non regolamentate”.
Da tutto ciò si evince come la consulenza familiare non è solo relazione d’aiuto, ma è soprattutto dimensione di incontro con la persona, celebrazione del nostro relazionarci in quanto esseri umani, delle nostre capacità e potenzialità messe oggi a dura prova dalla società moderna. Prima la pandemia da COVID-19, che ci ha mostrato in maniera drammatica l’importanza delle relazioni sociali, adesso la guerra in Ucraina con le famiglie divise e distrutte dal conflitto, le migliaia di profughi ai quali sono state recise le proprie radici, hanno scosso profondamente la struttura sociale della famiglia. La dott.sa Perrelli conclude “La famiglia è il fulcro della crescita della persona, punto di riferimento nello sviluppo umano, base sicura da cui si generano le relazioni e struttura portante dell’intera società. Le relazioni decidono della qualità della nostra vita e del nostro destino, incidono profondamente sulle nostre vite. Occorre potenziare la cultura delle relazioni, e il nostro lavoro mira a migliorare la qualità relazionale e comunicativa della persona”. È qui la sfida per avviare un altro modello di sviluppo socio-familiare, in cui la cultura delle relazioni dovrebbe essere oggetto di una cura speciale, una cura pedagogica e socio-educativa al servizio dell’essere umano, senza relazioni buone e sane, di solidarietà e di aiuto, la vita umana diventa problematica.
(c.s.)