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giovedì, 21 Novembre, 2024
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Anmil, in Calabria da gennaio ad agosto 2024 registrati già 19 morti sul lavoro

In occasione della manifestazione regionale per la 74/ma Giornata nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro che si è svolta a Roccabernarda, nel crotonese l’Anmil (Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro) ha reso noto che sono 19, dall’inizio dell’anno ad agosto scorso, le morti sul lavoro registrate in Calabria. Il dato è in netto aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso quando le vittime furono 16.

Dopo un momento di preghiera, con la celebrazione eucaristica che ha preceduto la cerimonia civile, alla presenza delle autorità e dei presidenti territoriali dell’Associazione, sono state rese delle testimonianze di alcuni congiunti di vittime di infortuni sul lavoro. Il presidente regionale dell’associazione Luigi Francesco Cuomo ha ringraziato Luigi Foresta sindaco di Roccabernarda, comune che ha ospitato l’evento, e tutti i partecipanti “ricordando – riporta una nota – lo spirito di questa giornata che, ogni anno, Anmil organizza per promuovere una cultura della sicurezza e dei valori del rispetto della vita nel mondo del lavoro”.

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Tenuta delle Grazie 13_6_2024

Pesante il bilancio delle tragedie che si sono consumate quasi quotidianamente dall’inizio dell’anno sui posti di lavoro a livello nazionale: nel periodo tra gennaio e agosto 2024 – hanno registrato Anmil e Inail – sono stati denunciati all’Istituto circa 387mila infortuni con un incremento dello 0,9% rispetto ai 383mila dello stesso periodo del 2023; i morti denunciati sono stati 680 in crescita del 3,5% rispetto agli otto mesi dell’anno scorso, quando ne erano stati registrati 657. Quanto alle malattie professionali, il numero delle denunce (circa 59mila) è aumentato del 21,3% (più di 10mila casi) rispetto ai primi otto mesi del 2023. Per Anmil adesso “è anche il tempo di concentrare l’attenzione sulla tutela delle vittime del lavoro che viene regolata da una normativa che risale al 1965 e che per questo deve essere assolutamente rivista, per evitare che rimangano indietro intere famiglie che si ritrovano ad affrontare disabilità, dolore e difficoltà economiche all’indomani di un infortunio o per una malattia professionale”.

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