Lamezia Terme – “Quest’Aula (la cosiddetta aula bunker di Lamezia Terme), è un luogo particolarmente significativo in quanto è stata realizzata, sulla base delle esigenze manifestate da parte degli Uffici giudiziari di Catanzaro, al fine di celebrare il maxi-processo ‘Rinascita-Scott’, istruito dalla Dda di Catanzaro nei confronti delle cosche Vibonesi. Senza entrare nel merito delle attività in corso, è comunque un dato oggettivo che l’attività investigativa nei confronti della ‘ndrangheta operante nel vibonese e delle sue ramificazioni in Italia e all’estero testimoni l’impegno quotidiano e la grandissima capacità maturata dalla magistratura tutta e dalle forze di polizia di questo distretto nell’ambito della lotta alle organizzazioni criminali. In questo senso il Consiglio Superiore della Magistratura, tramite la mia presenza oggi a Catanzaro, vuole rinnovare l’impegno dell’organo di governo autonomo della magistratura di riservare particolare attenzione al territorio calabrese, che non deve rimanere solo nell’affrontare le criticità che coinvolgono tutta la Regione”. Lo ha detto Stefano Cavanna, del Consiglio Superiore della Magistratura nel suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario a Catanzaro.
Per Cavanna Catanzaro e Reggio Calabria, “sono fortemente interessati dall’inquinamento di una ‘ndrangheta tentacolare, economicamente potente, silente, infiltrata in tutte le categorie sociali, predominante in vari settori, non solo manifestamente e direttamente criminali e non solo a livello regionale ma anche a livello nazionale ed internazionale. Emerge, in particolare, il consolidato modus operandi della criminalità organizzata attiva nel Distretto catanzarese che, se da una parte continua ad utilizzare la violenza, la forza d’intimidazione e dell’assoggettamento, dall’altra tende ad assoldare amministratori, imprenditori e funzionari pubblici. Come dimostra l’ultimo rapporto della Direzione Investigativa Antimafia, nonché le recenti operazioni della DDA di Catanzaro, le cosche calabresi si sono trasformate in una vera e propria multinazionale del crimine, mettendo radici in oltre trenta Paesi nel mondo, essendo la ‘ndrangheta l’unica organizzazione di stampo mafioso presente in tutti e cinque i continenti. E’ quindi importante – ha proseguito – fare sentire la vicinanza del Consiglio agli uffici dove l’emergenza è purtroppo diventata permanente Quello che posso testimoniarvi con certezza è che l’intenzione dichiarata e perseguita dal Csm è quella di sostenere, con ogni mezzo possibile le realtà che si misurano con i tanti problemi che caratterizzano la vita quotidiana degli uffici giudiziari, anche in considerazione dell’insorgenza dell’emergenza da Covid-19 che ha fortemente inciso sull’attività dell’intera macchina giudiziaria e, quindi, anche dell’organo di governo autonomo. Un primo punto che balza all’attenzione in tema di organizzazione degli uffici giudiziari calabresi è costituito dalla problematica relativa alla mancanza di risorse, in termini di magistrati e di personale amministrativo, a fronte di un carico di lavoro che invece si manifesta crescente, criticità che, purtroppo è ormai tipica di molti uffici ma che, in alcuni di essi, assume proporzioni quasi insostenibili. Si tratta di una vera e propria situazione emergenziale che rischia, tuttavia di divenire cronica. Si è evidenziato, infatti, la criticità rilevante è rappresentata da una perenne scopertura degli uffici calabresi, dovuta alla legittima scelta da parte dei magistrati di farsi destinare, a sedi presso cui prestare servizio, situate in contesti territoriali meno impegnativi. Il Consiglio, a fronte di una situazione molto carente sotto il profilo della copertura degli uffici più in difficoltà ha disposto, per il tramite della Settima Commissione, in deroga, due bandi per applicazioni straordinarie per il distretto di Catanzaro”.
Anno giudiziario, Cavanna (Csm): rinnovato impegno verso questo territorio
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