Giovanna Boda, 49 anni, ex capo dipartimento del ministero dell’Istruzione, è stata condannata a 2 anni e 2 mesi con rito abbreviato nell’ambito del procedimento relativo ai presunti illeciti negli appalti Miur. Si tratta della pena richiesta dal pm Carlo Villani della procura di Roma. I reati contestati sono corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e rivelazione dei segreti d’ufficio. L’accusa, nella requisitoria, ha segnalato la ‘collaborazione’ fornita da Boda nelle indagini e il suo ‘pentimento’.
Nell’ambito dello stesso procedimento sono state pronunciate tre sentenze di assoluzione – due “perchè il fatto non sussiste” e una “per non aver commesso il fatto” – e un’altra sentenza di condanna a 3 anni e 4 mesi. Lo scorso 30 maggio il gup di Roma aveva rinviato a giudizio l’imprenditore altre 9 persone che avevano scelto, invece, il rito ordinario. Il processo è iniziato lo scorso 27 settembre davanti all’ottava sezione penale del tribunale della capitale. All’udienza preliminare dello scorso maggio il giudice aveva ammesso come parti civili il Miur e la Presidenza del Consiglio dei ministri.
Boda per un breve periodo nel 2021 era stata anche co-reggente dell’Ufficio scolastico regionale per la Calabria. Nel mese di aprile 2021, in concomitanza con la diffusione della notizia sull’indagine nei suoi confronti, Boda si era lanciata dal secondo piano di un palazzo in piazza della Libertà a Roma venendo ricoverata in gravi condizioni al Policlinico Gemelli.