Giuseppe Costa, 52 anni, tre figli, muratore, indicato dalla Dia come un esattore del pizzo al servizio dei fratelli Scotto e dei capimafia palermitani. Il suo nome era passato quasi inosservato, poi la scoperta che si tratta del fratello di Rosaria Costa, la vedova dell’agente Vito Schifani morto nella strage di Capaci; Rosaria è proprio la donna che ai funerali parlo piangendo disperata contro Cosa Nostra invitando i boss a inginocchiarsi. La notizia del fratello arriva nella sua casa in Liguria dove ah ripreso la sua vita, senza dimenticare l’impegno contro la mafia che uccise suo marito. “Sono a pezzi”, dichiara la donna, definendo il fratello “un cretino” e leggendo con sgomento le imputazioni dei magistrati; “Se le accuse saranno provate, dovranno buttare le chiavi della cella. La legge è uguale per tutti. Mi dissocio da tutti, da mio fratello e da questi mafiosi che avvelenano il mondo. Mi telefonano tanti adesso, dicendo che mi sono vicini. Ma non sono vicina io a quest’uomo che il destino mi ha assegnato come una croce, adesso sono pronta a ripudiarlo”.
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