Mercoledì 12 agosto il Tirreno calabrese riserverà una sorpresa per turisti, bagnanti ed appassionati. Infatti sarà possibile ammirare la nave scuola della Marina Militare ‘Amerigo Vespucci’, definita la nave più bella al mondo.
Diverse le tappe: Si inizia a Tropea alle 13, poi a Briatico alle 14,30 e alla Marina di Vibo Valentia alle 15,30. Alle 16 appuntamento a Pizzo, per poi passare a Gizzeria alle 18 e a Falerna alle 19,30 per la suggestiva cerimonia dell’ammaina bandiera.
Varata il 22 febbraio 1931 nei cantieri di Castellammare di Stabia, l’Amerigo Vespucci ha formato generazioni di ufficiali, compiendo più di 70 campagne d’istruzione in giro per il mondo. Nel 2018, è andata persino oltre il Circolo polare Artico.
Il principale scopo della nave è infatti quello di fungere da “scuola galleggiante”. A bordo i futuri ufficiali di Marina imparano tutte le tecniche marinaresche e ogni segreto sulla navigazione.
Un’altra caratteristica del veliero è che tutti i comandi delle manovre che l’equipaggio deve eseguire, in particolare i nocchieri (gli addetti alle manovre marinaresche, come il salpaggio dell’ancora, le manovre ai paranchi, ecc.) sono dati con il fischietto, chiamato “fischietto del nostromo”. Dal 1931 se ne sono alternati 18 e i loro nomi campeggiano tuttora su una targa a bordo della nave, voluta dal Maresciallo Antioco Tilocca, in servizio fino al 2009.
L’EQUIPAGGIO
A bordo della Nave Scuola A. Vespucci lavorano solitamente circa 270 militari. A questi nel periodo estivo si aggiungono gli Allievi dell’Accademia Navale di Livorno, circa un centinaio, oltre ad un team di supporto di una trentina di militari, che fanno salire a oltre 400 le persone imbarcate sul veliero.
CURIOSITÀ
– La Nave Scuola A. Vespucci aveva una “gemella”, LA Cristoforo Colombo, che entrò in servizio nel 1928 e fu nave scuola fino al 1943. Nel 1949, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, fu ceduta come risarcimento danni all’Unione Sovietica, che la utilizzò a sua volta come nave scuola fino al 1963 con il nome Dunay (Danubio).
– Il suo nome lo si deve al celebre navigatore Amerigo Vespucci, amico a sua volta di Cristoforo Colombo con cui partecipò all’allestimento della seconda spedizione verso l’America. Effettuò numerosi viaggi ritenuti di importanza fondamentale perché permisero agli studiosi dell’epoca di accertare che le terre scoperte erano realmente un “nuovo Mondo” e non parte dell’Asia, come invece sostenuto da Cristoforo Colombo. Mentre quest’ultimo tenne gelosamente custodite le sue scoperte per la Spagna, suo committente, Vespucci rese anche noti i suoi diari di bordo alla comunità scientifica e culturale. Per questo motivo il geografo tedesco Waldseemuller propose il nome di “America” per le terre scoperte a fine 1400, come riportato nel suo Cosmographiae Introductio.
– A prora si trova la cosiddetta “polena”, realizzata in bronzo dorato, che rappresenta proprio Amerigo Vespucci. Le decorazioni di poppa e i fregi di prora, invece, sono in legno ricoperti di foglie d’oro zecchino.
I NUMERI DEL VELIERO
36 km: è la lunghezza delle cime (ovvero le “corde” a bordo).
2.635 mq : è l’estensione delle 24 vele quadre e di straglio in tela olona, ovvero fibra naturale.
1.202, 57 tonnellate : è questa la stazza netta del veliero.
11 le imbarcazioni di supporto al veliero per l’addestramento e i servizi portuali.
5 i motori: due diesel da 1.320 kW ciascuno.
2 diesel generatori da 760 kW ciascuno;
1 motore elettrico di propulsione da 1.500 kW
LE IMPRESE STORICHE E LEGGENDARIE
Tra le imprese leggendarie del veliero italiano c’è quella del settembre del 1974, quando la nave scuola sfidò il mare forza 9 nel Golfo di Biscaglia, con le sue enormi onde nell’Oceano Atlantico, riuscendo ad avere la meglio solo dopo 5 ore.
Indimenticabile, poi, quella dell’Ammiraglio Agostino Straulino, timoniere (e poi comandante) di Nave Vespucci, oltre che campione olimpico di vela, che riuscì a risalire il Tamigi a vele spiegate fino a Londra, lasciando di stucco gli inglesi.
Nato in una piccola isola istriana, all’epoca italiana, Straulino entrò in Accademia come ufficiale di complemento e durante la guerra fece parte dei corpi d’assalto Gamma, ottenendo decorazioni per le sue azioni vittoriose contro le navi inglesi nella rada di Gibilterra. Durante un’operazione di sminamento perse parzialmente la vista, ma dal ’48 si dedicò alle regate, vincendo 8 titoli europei, 2 mondiali e 10 italiani, fino al successo olimpico a Helsinki nel 1952. Diventato comandante del Vespucci nel 1965, compì un’altra impresa incredibile, uscendo a vela dal porto di Taranto, con pochissimi metri a disposizione sui due lati dello scafo. La manovra gli valse una lettera di encomio dell’Ammiragliato e una che gli annunciava 10 giorni di arresti per aver violato il regolamento.
LA NAVE VESPUCCI, PRECURSORE DEL “MADE IN ITALY”
Il veliero può essere considerato simbolo e precursore del “Made in Italy”: a progettarla è stato l’ingegnere e tenente colonnello Francesco Rotundi, direttore dei cantieri navali di Castellamare di Stabia, in provincia di Napoli.
Dal giorno del varo, il 22 febbraio 1931, ha continuato ad essere Nave Scuola della Marina Militare, fatta eccezione per il periodo bellico.
Nella campagna 2017 la Nave ha rappresentato l’Italia e il “Made in Italy” all’estero, partecipando alle celebrazioni del 150° anniversario della Confederazione Canadese e alla Tall Ship Race, la competizione per i velieri ad alti alberi delle navi scuola di tutto il mondo.
LA NAVE DEI GIOVANI E DEI BAMBINI
Oltre a rappresentare la “scuola galleggiante” per gli Allievi Ufficiali del 1° anno dell’Accademia di Livorno, il veliero vanta una lunga storia di collaborazione con l’UNICEF, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia.
Eleonora Lorusso, ha dedicato un intero libro alla Vespucci: Nave Vespucci. Diario di bordo (radiofonico) dalla Signora dei Mari.