Cosenza – “Apprendiamo con sconcerto la notizia che l’Azienda ospedaliera di Cosenza ha accorpato la chirurgia pediatrica al reparto di Pediatria, in spazi condivisi con la sezione dedicata ai piccoli pazienti immunodepressi” Lo scrive l’Associazione di Volontariato “Marco Rendace” che aggiunge “chi ha vissuto il calvario della malattia del proprio figlio, chi lo ha visto per mesi in un letto d’ospedale, senza più difese immunitarie a causa della chemioterapia, minacciato nella sopravvivenza dal più insignificante dei batteri – innocuo per dei bambini sani- può capire cosa significa per un piccolo ammalato oncologico condividere gli spazi di cura con chi, ad esempio, è caduto dalla bicicletta e si è rotto una gamba e può anche permettersi il lusso di ricevere rassicuranti visite dall’esterno. Da quel microcosmo sterile dipende la sua sopravvivenza, soprattutto in alcuni delicati momenti della terapia e, condividerlo con chi non ha le sue stesse esigenze di cura è un rischio inaccettabile”.
“Come si fa a non capire – si aggiunge dall’Associazione – che, così facendo, si sta causando un grave danno ai cittadini calabresi? Che ciò indurrà un’impennata dell’emigrazione sanitaria di interi nuclei familiari verso strutture che, al contrario di quanto avviene nella nostra regione, hanno scelto di investire sulla ricerca e l’assistenza sanitaria per le malattie oncologiche in età pediatrica e che sono in grado di garantire più elevati livelli di sicurezza? Noi dell’Associazione Marco Rendace non possiamo permettere che ciò avvenga. Chiediamo con forza di invertire la rotta, di progettare interventi ad hoc per creare nuove opportunità di cura per i nostri bambini, anziché distruggere quanto di buono è stato fatto in questi anni, con enormi sacrifici, da tutto il personale del reparto”.
“Perché rinunciare ad un’eccellenza e privarci di un servizio di vitale importanza con comprovata esperienza? Perché la Calabria viene costretta a privarsi del diritto alla salute nella propria terra, obbligando così tante famiglie ad intraprendere onerosi trasferimenti fuori regione, con aggravi non solo economici ma anche emotivi?
Sembra che tutto ciò sfugga alla più banali delle logiche umane, celando un disegno politico diverso- conlude l’Associazione-. E’ bene che tutti prendano coscienza di ciò che sta accadendo e che ci si muova per impedire lo smantellamento di una parte della sanità calabrese”.
Associazione “Marco Rendace”: che fine farà il reparto di pediatria dell’ospedale di Cosenza?
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