Si è svolta questa mattina l’iniziativa dei sindaci, promossa dall’Anci Calabria, per ribadire le istanze dei Comuni calabresi rispetto all’autonomia differenziata, oggetto di apposito disegno di legge approvato dal Senato, su cui a breve si pronuncerà la Camera. «L’Anci non ha una connotazione politica e rappresenta tutti i sindaci e tutte le amministrazioni dei 7.134 Comuni italiani» che vi aderiscono. Questa è la premessa del documento unitario, consegnato ai prefetti delle cinque province calabresi, con cui l’Anci Calabria ha chiesto al governo e al Parlamento che siano previste «risorse ingenti e, soprattutto, certe» in materia di «autonomia differenziata», che – si legge nel testo, firmato dalla presidente Rosaria Succurro – «non potrà esistere, fintanto che non verranno garantiti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale i Livelli essenziali delle prestazioni: i Lep, che dovranno essere finanziati non più attraverso l’iniquo criterio della spesa storica, ma attraverso i fabbisogni standard».
Nel documento, l’Anci Calabria sottolinea al governo e al Parlamento la necessità inderogabile di evitare «squilibri territoriali» e di «non aumentare la sperequazione tra Nord e Sud», per cui – avverte la stessa associazione dei Comuni – «servono risorse ingenti e, soprattutto, certe».
Inoltre, l’Anci Calabria «esprime preoccupazione perché il finanziamento di questa riforma, che richiederà una copertura di decine e decine di miliardi di euro, potrebbe andare a erodere alcuni capitoli della spesa pubblica già assai compulsati negli ultimi anni». «I sindaci calabresi – assicura l’Anci Calabria – vigileranno con estrema attenzione affinché i diritti sociali e civili siano garantiti a tutti i cittadini su tutto il territorio nazionale e affinché sia impedita la possibilità di fare intese, ai sensi dell’articolo 116 della Costituzione, senza il preventivo finanziamento integrale di tutti i Livelli essenziali delle prestazioni».