E’ Domenico Crea di 57 anni, impiegato del Comune di Montebello Jonico in provincia di Reggio Calabria, la prima vittima calabrese del coronavirus.
L’uomo è deceduto venerdì dopo una crisi respiratoria mentre la moglie e la figlia lo stavano trasportando in ospedale a Melito Porto Salvo. Una corsa inutile, purtroppo, Crea al nosocomio è giunto senza vita dopo un arresto cardiaco generato proprio da problemi respiratori.
La conferma della positività è giunta il giorno successivo e ha fatto scattare i protocolli di sicurezza previsti: familiari, medici e infermieri sono ora in quarantena.
Come scrive il corriere.it, Domenico Crea, alla fine di febbraio, si era recato a Desio per assistere alla laurea della figlia Michela e abbracciare per la prima volta il nipotino Antonio. Al suo rientro in Calabria ha inziato, però, a manifestare i sintomi caratteristici: febbre alta, tosse. Da giorni faceva fatica a respirare. Un malessere che lo aveva spinto a rivolgersi al 118. Ma i medici non hanno fatto il tampone né disposto il ricovero.
Sono in corso le indagini epidemiologiche per accertare se Crea, ministro straordinario dell’Eucaristia nella parrocchia dei Santi Cosma e Damiano, sia stato contagiato dal virus in Brianza.
La ricostruzione del corriere.it viene smentita attraverso la pagina social dell’URP del Comune di Montebello Jonico, che informa che il Comune, le Forze dell’Ordine e le Autorità Sanitarie, coordinate dalla Prefettura di Reggio Calabria, “sono al lavoro per ricostruire attraverso quale percorso il virus abbia potuto giungere nel nostro territorio e contagiare Mimmo. Sulla questione, proprio per fare chiarezza e mettere definitivamente a tacere le molteplici, fantasiose ed ingiuste ipotesi veicolate tra la popolazione, l’unica VERA CERTEZZA è che il contagio di Mimmo non è avvenuto a causa di viaggi o spostamenti suoi o di componenti del suo nucleo familiare da e per le Zone Rosse”.
Per completezza di informazione riportiamo anche le parole di Don Giovanni Gattuso parroco delle comunità di Montebello Ionico e Masella riportate dai colleghi di citynow.it. “La moglie non si da pace ed è distrutta, Mimmo è morto improvvisamente per coronavirus e non aveva particolari problemi di salute. Era un uomo tutto casa e chiesa”.
Il parroco di Montebello Jonico esclude con certezza che possa essere proprio lui ad aver portato il virus in paese.
“Voglio chiarire subito che né Mimmo né la figlia sono andati al nord e sicuramente non sono stati loro a portare il virus a Masella. Casa, chiesa e lavoro, questi erano i suoi spostamenti”.
L’uomo, originario di Montebello Jonico, apparteneva ad una famiglia fortemente religiosa ed era da sempre vicino alla Chiesa.
“Non mancava mai la domenica a messa, era ministro straordinario e lo faceva con gioia e tanto zelo. Distribuiva l’eucarestia ed era sempre presente e vicino alle difficoltà in parrocchia anche oltre gli orari di lavoro”.
Aveva 57 anni la prima vittima calabrese: versioni contrastanti sul contagio
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