«Non trovo altre parole per definire il pseudo avviso con il quale la filiale di Dasà della Banca di Credito Cooperativo del Vibonese ha deciso di precludere sine die l’accesso nei propri locali ai correntisti ed ai clienti provenienti dal comune di Acquaro, prendendo spunto dai “casi positivi al Covid rilevati” ed in “considerazione dell’ordinanza restrittiva del Sindaco”». Queste le parole del Sindaco di Acquaro Giuseppe Barilaro, sull’avviso apparso nella filiale di Dasà della Banca di Credito Cooperativo di San Calogero e Maierato.
L’avviso recita così: “i cittadini provenienti dal comune di Acquaro dal 31 agosto non possono metter piede, niente appuntamenti con la direzione e operazioni da effettuare solo nella cassa self o al bancomat esterno”. La decisione è stata presa dalla direzione dell’istituto di credito poiché il comune del Vibonese è prossimo a diventare zona rossa per l’aumento dei contagi.
«Una provocazione vergognosa, frutto di una decisione assurda che offende una comunità intera e calpesta le regole basilari della convivenza civile» continua ancora il Sindaco di Acquaro, «con assoluta celerità abbiamo provveduto ad attivare la necessaria attività di screening finalizzata all’individuazione dei casi positivi con i soggetti interessati che sono stati tempestivamente posti in stato di isolamento domiciliare. Il tutto allo scopo di garantire la salute della stragrande maggioranza dei nostri concittadini che, proprio grazie alle necessarie misure di salvaguardia sanitaria adottate, hanno potuto continuare e continuano tutt’ora a svolgere le normali attività della loro vita quotidiana e lavorativa».
«Appare quindi assolutamente discriminatorio l’atteggiamento dei vertici della BCC del Vibonese e nella fattispecie della filiale di Dasà – continua Barilaro. Quale gesto riparatorio, pretendiamo la rimozione immediata dell’avviso unitamente alle loro scuse per le decisioni assunte in quanto altamente offensive ed irriguardose. Riservandoci altresì la possibilità di adire tutte le vie che riterremo opportune per tutelare ulteriormente ed in modo inequivocabile la dignità calpestata di un’intera comunità».