E’ stata una notte di raccolta di prove, verifiche e ricerche per i carabinieri e la Procura di Catania impegnati nell’inchiesta sul sequestro di Elena, la bambina di 5 anni rapita ieri mentre era in auto con la madre a Piano di Tremestieri Etneo. Ai militari dell’Arma della tenenza di Mascalucia, paese dove vive, la donna ha raccontato, disperata in lacrime, che stava rientrando a casa, dopo avere preso la figlia all’asilo, quando tre persone incappucciate e una armata di pistola hanno aperto la portiera della sua vettura prelevando e portando via Elena.
Una ricostruzione che ĆØ stata piĆ¹ volte analizzata dagli investigatori per trovare elementi utili alle indagini. Che sono serrate, perchĆ© il fattore tempo in un sequestro di persona ĆØ fondamentale per risolvere il caso. Ecco perchĆ© non si sono fermate e sono in corso. Ancora adesso, i carabinieri stanno sentendo persone che potrebbero avere particolari utili a una svolta. E anche per questo ieri sera la Procura di Catania ha autorizzato la diffusione di due foto di Elena. Una scattata proprio ieri: si vede la piccola in un’immagine riflessa sfocata, indossare una maglietta a maniche corte bianca e un paio di pantaloncini gialli. L’altra ĆØ dell’8 maggio scorso: la piccola indossa il sopra di una tuta e, sorridente, mostra un biglietto con in basso la parte finale della scritta ‘auguri mamma’.
Per Procura e carabinieri, il sequestro resta ancora un ‘giallo’: escludono la mano della criminalitĆ organizzata e che sia collegato a una richiesta di riscatto. E quindi guardano a ogni ipotesi. I genitori, che sembra non siano al momento conviventi, e i familiari della piccola sono stati sentiti nuovamente dai militari dell’Arma, che ribadiscono di non escludere alcuna pista nĆ© ipotesi. Una ipotesi, anche se in forma molto dubitativa, l’ha avanzata, ‘de relato’, ieri sera il sindaco di Mascalucia, Enzo Magra, “Mi sono messo a disposizione dei carabinieri per aiutare le ricerche anche tramite la protezione civile, i volontari, ma – ha detto – mi ĆØ stato riferito che non si tratta di smarrimento o di fuga, ma di altro, probabilmente di dinamiche familiari“.