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giovedƬ, 2 Gennaio, 2025
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Cancro alla mammella, in 8 anni +20% donne vive dopo la diagnosi

(Adnkronos) – In Italia, le donne che vivono dopo la diagnosi di carcinoma della mammella sono aumentate del 20% in otto anni (da 692.955 nel 2015 a 834.200 nel 2023). Diagnosi precoce e progressi nelle terapie hanno contribuito a questo importante risultato. Si stima che siano circa 13mila, ogni anno, le potenziali candidate ai test genomici, in grado di identificare le pazienti con malattia in stadio iniziale in cui, dopo lā€™intervento chirurgico, la chemioterapia ĆØ effettivamente utile e i casi in cui ĆØ sufficiente la terapia ormonale. Ma nel 2024 in Italia, in base alle stime, saranno soltanto 9.000 i test eseguiti. Da piĆ¹ di tre anni, questi esami di profilazione genica sono effettivamente disponibili e gratuiti in tutti e 21 i sistemi sanitari regionali italiani, perĆ² restano ancora difficoltĆ  nellā€™accesso in determinate zone della Penisola. Per sensibilizzare le Istituzioni, i clinici e i pazienti sullā€™importanza di queste analisi molecolari e sulla necessitĆ  di ampliare il numero di donne eleggibili, parte il primo Osservatorio sui test genomici. Si tratta di un vero e proprio Tavolo di lavoro, coordinato da Fondazione Aiom e presentato in conferenza stampa al 26esimo Congresso nazionale dellā€™Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), in corso a Roma. Ā "La prima iniziativa dellā€™Osservatorio ĆØ un position paper, cioĆØ un documento di indirizzo per le Istituzioni Regionali e le Direzioni generali degli ospedali, che sarĆ  pronto entro metĆ  2025 ā€“ afferma Saverio Cinieri, presidente Fondazione Aiom -. Lā€™Italia si ĆØ adeguata solo nel 2021 allā€™utilizzo di queste analisi molecolari, consolidate nel resto dā€™Europa da oltre un decennio, e stiamo ancora scontando un forte ritardo rispetto alle pratiche adottate in altri Paesi. La diminuzione dellā€™utilizzo improprio della chemioterapia si traduce in un beneficio clinico per le pazienti, che non vengono piĆ¹ esposte a un eccesso di trattamento e al relativo rischio di tossicitĆ , con un miglioramento della qualitĆ  di vita. Non somministrare chemioterapie inutili, oltre a ridurre lā€™ansia e il carico di sofferenza e disagio per migliaia di donne, determina un impatto favorevole anche sulla spesa sanitaria, che rappresenta un elemento fondamentale, con cui anche i clinici devono confrontarsi. Il costo medio dei cicli di chemioterapia ammonta, infatti, a piĆ¹ di 7.000 euro per ogni paziente. Dallā€™altro lato, i test genomici possono consentire di individuare le pazienti in cui la chemioterapia ĆØ necessaria e in cui non verrebbe eseguita senza queste analisi. Lā€™Osservatorio vuole contribuire a un utilizzo piĆ¹ ampio e consapevole dei test genomici e a una loro migliore conoscenza. SarĆ  realizzata anche una campagna social con video interviste e talk show". Ā Nel 2023, in Italia, sono stati stimati 55.900 nuovi casi di carcinoma della mammella, il piĆ¹ frequente in tutta la popolazione. Sono stati compiuti importanti progressi nel trattamento della malattia, che fa registrare una sopravvivenza a 5 anni pari allā€™88%.Ā  "Va perĆ² considerato che la recidiva del tumore al seno puĆ² verificarsi anche dopo 20 anni dalla diagnosi iniziale, soprattutto nelle donne con carcinoma positivo ai recettori ormonali – spiegano Giuseppe Curigliano e Nicla La Verde, membri del Direttivo nazionale Aiom -. Il trattamento chemioterapico adiuvante, eseguito cioĆØ dopo la chirurgia, riduce il rischio di recidiva, e la decisione sullā€™opportunitĆ  o meno di effettuarlo ĆØ tradizionalmente basata sulle caratteristiche della paziente e del tumore. Mentre per i carcinomi mammari che esprimono la proteina Her2 e in quelli triplo-negativi, che non presentano nessuno dei recettori (estrogeni, progesterone, Her2) utilizzati come bersaglio nelle terapie disponibili, la chemioterapia adiuvante ĆØ spesso indispensabile e il beneficio ĆØ evidente, nei tumori che esprimono i recettori estrogenici ma non la proteina Her2, invece, il vantaggio dellā€™aggiunta della chemioterapia adiuvante alla terapia ormonale ĆØ, in alcuni casi, controverso". Ā Circa il 70% dei casi di tumore della mammella ĆØ di tipo luminale, cioĆØ esprime i recettori estrogenici ma non la proteina Her2 (ER+/Her2-). "Dopo la chirurgia ā€“ continua Cinieri – il trattamento sistemico prevede lā€™utilizzo della terapia ormonale nei casi considerati a basso rischio oppure lā€™aggiunta della chemioterapia adiuvante alla terapia ormonale, in presenza di un rischio elevato. Nella malattia luminale a rischio ā€˜intermedioā€™ di recidiva o metastasi, sussiste perĆ² una significativa incertezza terapeutica su quando sia possibile omettere la chemioterapia o quando, invece, sia necessario somministrarla. Da qui lā€™importanza dei test genomici". Ā La genomica applicata al carcinoma mammario permette di caratterizzare il tessuto tumorale mammario e prevedere la probabilitĆ  di recidiva dopo lā€™intervento chirurgico e la risposta alle terapie. "Gli anatomo-patologi possono supportare il team multidisciplinare della Breast Unit nella scelta della cura migliore, grazie proprio alla caratterizzazione molecolare dei tumori ā€“ sottolinea Giancarlo Pruneri, direttore del Dipartimento di Patologia alla Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori di Milano -. I risultati dei test genomici sono utili per valutare nelle donne con carcinoma mammario in fase iniziale, con recettori ormonali positivi e Her2-negativo, la prognosi e la probabilitĆ  di trarre beneficio dallā€™aggiunta della chemioterapia adiuvante allā€™ormonoterapia. I diversi test disponibili possono essere distinti in funzione del loro valore prognostico e predittivo. Sono disponibili in commercio principalmente cinque test di analisi dei profili di espressione genica nel carcinoma mammario. Ad oggi, Oncotype DX ĆØ il test multigenico con il maggior numero di evidenze scientifiche a supporto. Analizza 21 geni: 16 oncogeni e 5 geni di riferimento".Ā Ā Oncotype DX ĆØ indicato nelle piĆ¹ importanti linee guida internazionali e nazionali per la sua capacitĆ  prognostica e predittiva, come quelle della SocietĆ  Americana di Oncologia Clinica (Asco), della SocietĆ  Europea di Oncologia Medica (Esmo), della St. Gallen International Breast Cancer Conference e del National Comprehensive Cancer Network (NCCN).Ā  "Nelle Linee guida Aiom sul carcinoma mammario in stadio precoce ā€“ conclude Tiziana Pia Latiano, membro del Direttivo nazionale Aiom – i test genomici sono indicati nei casi incerti, quando ĆØ necessaria lā€™ulteriore definizione della effettiva utilitĆ  della chemioterapia adiuvante post-operatoria, in aggiunta allā€™ormonoterapia, per le pazienti affette da carcinoma mammario in fase iniziale (stadio I-IIIA) con recettori ormonali positivi e Her2-negativo identificate dopo stratificazione clinica, istopatologica e strumentale radiologica. Nelle Linee guida Aiom, inoltre, ĆØ evidenziato che la prescrizione dei test genomici viene effettuata dallā€™Ć©quipe multidisciplinare dei centri di senologia che hanno in carico la paziente per lā€™indicazione, lā€™esecuzione e il follow-up della eventuale chemioterapia adiuvante, tenuto conto delle preferenze espresse dalla paziente, opportunamente informata. Il nostro Servizio Sanitario ĆØ arrivato in grande ritardo nellā€™uso dei test genomici. Lā€™Osservatorio ha proprio lā€™obiettivo di colmare le lacune e le differenze territoriali ancora presenti nel loro utilizzo". Ā —[email protected] (Web Info)

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