(Adnkronos) – In Italia, le donne che vivono dopo la diagnosi di carcinoma della mammella sono aumentate del 20% in otto anni (da 692.955 nel 2015 a 834.200 nel 2023). Diagnosi precoce e progressi nelle terapie hanno contribuito a questo importante risultato. Si stima che siano circa 13mila, ogni anno, le potenziali candidate ai test genomici, in grado di identificare le pazienti con malattia in stadio iniziale in cui, dopo lāintervento chirurgico, la chemioterapia ĆØ effettivamente utile e i casi in cui ĆØ sufficiente la terapia ormonale. Ma nel 2024 in Italia, in base alle stime, saranno soltanto 9.000 i test eseguiti. Da piĆ¹ di tre anni, questi esami di profilazione genica sono effettivamente disponibili e gratuiti in tutti e 21 i sistemi sanitari regionali italiani, perĆ² restano ancora difficoltĆ nellāaccesso in determinate zone della Penisola. Per sensibilizzare le Istituzioni, i clinici e i pazienti sullāimportanza di queste analisi molecolari e sulla necessitĆ di ampliare il numero di donne eleggibili, parte il primo Osservatorio sui test genomici. Si tratta di un vero e proprio Tavolo di lavoro, coordinato da Fondazione Aiom e presentato in conferenza stampa al 26esimo Congresso nazionale dellāAssociazione italiana di oncologia medica (Aiom), in corso a Roma. Ā "La prima iniziativa dellāOsservatorio ĆØ un position paper, cioĆØ un documento di indirizzo per le Istituzioni Regionali e le Direzioni generali degli ospedali, che sarĆ pronto entro metĆ 2025 ā afferma Saverio Cinieri, presidente Fondazione Aiom -. LāItalia si ĆØ adeguata solo nel 2021 allāutilizzo di queste analisi molecolari, consolidate nel resto dāEuropa da oltre un decennio, e stiamo ancora scontando un forte ritardo rispetto alle pratiche adottate in altri Paesi. La diminuzione dellāutilizzo improprio della chemioterapia si traduce in un beneficio clinico per le pazienti, che non vengono piĆ¹ esposte a un eccesso di trattamento e al relativo rischio di tossicitĆ , con un miglioramento della qualitĆ di vita. Non somministrare chemioterapie inutili, oltre a ridurre lāansia e il carico di sofferenza e disagio per migliaia di donne, determina un impatto favorevole anche sulla spesa sanitaria, che rappresenta un elemento fondamentale, con cui anche i clinici devono confrontarsi. Il costo medio dei cicli di chemioterapia ammonta, infatti, a piĆ¹ di 7.000 euro per ogni paziente. Dallāaltro lato, i test genomici possono consentire di individuare le pazienti in cui la chemioterapia ĆØ necessaria e in cui non verrebbe eseguita senza queste analisi. LāOsservatorio vuole contribuire a un utilizzo piĆ¹ ampio e consapevole dei test genomici e a una loro migliore conoscenza. SarĆ realizzata anche una campagna social con video interviste e talk show". Ā Nel 2023, in Italia, sono stati stimati 55.900 nuovi casi di carcinoma della mammella, il piĆ¹ frequente in tutta la popolazione. Sono stati compiuti importanti progressi nel trattamento della malattia, che fa registrare una sopravvivenza a 5 anni pari allā88%.Ā "Va perĆ² considerato che la recidiva del tumore al seno puĆ² verificarsi anche dopo 20 anni dalla diagnosi iniziale, soprattutto nelle donne con carcinoma positivo ai recettori ormonali – spiegano Giuseppe Curigliano e Nicla La Verde, membri del Direttivo nazionale Aiom -. Il trattamento chemioterapico adiuvante, eseguito cioĆØ dopo la chirurgia, riduce il rischio di recidiva, e la decisione sullāopportunitĆ o meno di effettuarlo ĆØ tradizionalmente basata sulle caratteristiche della paziente e del tumore. Mentre per i carcinomi mammari che esprimono la proteina Her2 e in quelli triplo-negativi, che non presentano nessuno dei recettori (estrogeni, progesterone, Her2) utilizzati come bersaglio nelle terapie disponibili, la chemioterapia adiuvante ĆØ spesso indispensabile e il beneficio ĆØ evidente, nei tumori che esprimono i recettori estrogenici ma non la proteina Her2, invece, il vantaggio dellāaggiunta della chemioterapia adiuvante alla terapia ormonale ĆØ, in alcuni casi, controverso". Ā Circa il 70% dei casi di tumore della mammella ĆØ di tipo luminale, cioĆØ esprime i recettori estrogenici ma non la proteina Her2 (ER+/Her2-). "Dopo la chirurgia ā continua Cinieri – il trattamento sistemico prevede lāutilizzo della terapia ormonale nei casi considerati a basso rischio oppure lāaggiunta della chemioterapia adiuvante alla terapia ormonale, in presenza di un rischio elevato. Nella malattia luminale a rischio āintermedioā di recidiva o metastasi, sussiste perĆ² una significativa incertezza terapeutica su quando sia possibile omettere la chemioterapia o quando, invece, sia necessario somministrarla. Da qui lāimportanza dei test genomici". Ā La genomica applicata al carcinoma mammario permette di caratterizzare il tessuto tumorale mammario e prevedere la probabilitĆ di recidiva dopo lāintervento chirurgico e la risposta alle terapie. "Gli anatomo-patologi possono supportare il team multidisciplinare della Breast Unit nella scelta della cura migliore, grazie proprio alla caratterizzazione molecolare dei tumori ā sottolinea Giancarlo Pruneri, direttore del Dipartimento di Patologia alla Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori di Milano -. I risultati dei test genomici sono utili per valutare nelle donne con carcinoma mammario in fase iniziale, con recettori ormonali positivi e Her2-negativo, la prognosi e la probabilitĆ di trarre beneficio dallāaggiunta della chemioterapia adiuvante allāormonoterapia. I diversi test disponibili possono essere distinti in funzione del loro valore prognostico e predittivo. Sono disponibili in commercio principalmente cinque test di analisi dei profili di espressione genica nel carcinoma mammario. Ad oggi, Oncotype DX ĆØ il test multigenico con il maggior numero di evidenze scientifiche a supporto. Analizza 21 geni: 16 oncogeni e 5 geni di riferimento".Ā Ā Oncotype DX ĆØ indicato nelle piĆ¹ importanti linee guida internazionali e nazionali per la sua capacitĆ prognostica e predittiva, come quelle della SocietĆ Americana di Oncologia Clinica (Asco), della SocietĆ Europea di Oncologia Medica (Esmo), della St. Gallen International Breast Cancer Conference e del National Comprehensive Cancer Network (NCCN).Ā "Nelle Linee guida Aiom sul carcinoma mammario in stadio precoce ā conclude Tiziana Pia Latiano, membro del Direttivo nazionale Aiom – i test genomici sono indicati nei casi incerti, quando ĆØ necessaria lāulteriore definizione della effettiva utilitĆ della chemioterapia adiuvante post-operatoria, in aggiunta allāormonoterapia, per le pazienti affette da carcinoma mammario in fase iniziale (stadio I-IIIA) con recettori ormonali positivi e Her2-negativo identificate dopo stratificazione clinica, istopatologica e strumentale radiologica. Nelle Linee guida Aiom, inoltre, ĆØ evidenziato che la prescrizione dei test genomici viene effettuata dallāĆ©quipe multidisciplinare dei centri di senologia che hanno in carico la paziente per lāindicazione, lāesecuzione e il follow-up della eventuale chemioterapia adiuvante, tenuto conto delle preferenze espresse dalla paziente, opportunamente informata. Il nostro Servizio Sanitario ĆØ arrivato in grande ritardo nellāuso dei test genomici. LāOsservatorio ha proprio lāobiettivo di colmare le lacune e le differenze territoriali ancora presenti nel loro utilizzo". Ā —[email protected] (Web Info)
ULTIME NOTIZIE
Bimba 3 anni trova pistola e parte un colpo, il sindaco:...
(Adnkronos) - "Siamo davanti a un evento drammatico, ma non vorrei demonizzare l'arma...