Il Codacons stima un aumento del costo del caffè che arriva addirittura al 53 per cento. E’ l’ effetto di due mesi di crisi nera per colpa del coronavirus e del lockdown che ha costretto le attività alla chiusura e a un crollo verticale dei consumi. Adesso si riapre, con l’ ingresso nella Fase 2 molte limitazioni stanno venendo meno più velocemente del previsto, ma commercianti e piccoli imprenditori si trovano a lottare ogni giorno con oneri, scadenze, restrizioni dovute al distanziamento che comportano meno clienti e meno ricavi. Per non parlare delle lentezze burocratiche dello Stato: sono tantissimi che stanno ancora aspettando l’ accredito del prestito garantito che doveva arrivare quasi automaticamente ma che sul conto ancora non c’ è. In più ci sono nuove spese da anticipare, anche se poi si potranno recuperare sotto forma di crediti di imposta: la sanificazione, i nuovi arredi, le barriere divisorie per mettere in sicurezza clienti e dipendenti negli spazi comuni. «Stiamo ricevendo decine di segnalazioni sugli incrementi dei listini, in testa alla classifica dei rincari ci sono i bar, con molti esercenti che hanno ritoccato al rialzo il prezzo di caffè e cappuccino: in centro a Milano, dove il costo medio di un espresso è 1,30 euro, si arriva fino a 2 euro (+53,8 per cento). A Roma (1,10) fino a 1,50 euro (+36,3%). A Firenze (1,40) fino a 1,70 euro (+21,5%)», dice il Codacons. Passeggiando per la capitale, dove l’ espresso, poco lontano dalle vie del centro, solitamente costa 90 centesimi, in effetti si può notare il passaggio a un euro. Il segretario generale di Confesercenti, Mauro Bussoni, lo spiega così: «C’ è chi per tre mesi non ha incassato nulla, vive grandi difficoltà e quando riapre l’ attività si trova a dover pagare costi di gestione che sono aumentati. Le strade sono due: o uno riesce a far quadrare i conti tagliando i costi, o ritocca i prezzi. Tutto questo è normale e alla fine la differenza la fa il mercato. Nel campo della ristorazione e dei bar ci sono tantissime realtà. Detto ciò, i rincari a tappeto non ci sono, perché bisogna riconquistare la clientela, non farla scappare». Dagli alimenti ai disinfettanti, il carrello della spesa che diventa più esoso è al centro delle polemiche già da quando gli italiani erano chiusi in casa e uscivano solo per mettersi in coda ai supermercati. L’ Antitrust ha avviato un’ indagine sugli operatori della grande distribuzione anche grazie alla ricerca di Altroconsumo. Marco Bulfon, esperto dell’ associazione, snocciola dati impressionanti: il costo della farina a marzo è cresciuto del 187%; lo zucchero del 55. E i numeri ufficiali non sono da meno. La tabella dell’ Istat sui prezzi al consumo del 15 maggio certifica un aumento della frutta del 4% e delle bevande alcoliche del 2. (Fonte: Codacons)
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