Un argine contro il caro-energia, che rischia di abbattersi sui consumatori dal 1 ottobre. E il ritorno della quarantena equiparata alla malattia e quindi pagata dall’Inps.
Recuperando dai fondi anti-Covid inutilizzati il governo punta a varare nel Consiglio dei ministri un decreto taglia-bollette, che dovrebbe ospitare anche il rifinanziamento per circa 900 milioni dell’indennità di quarantena. Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, si era impegnato già a fine agosto a trovare rimedio per evitare che i lavoratori costretti alla quarantena per contatti con un positivo Covid si ritrovassero anche con un taglio dello stipendio perché messi in aspettativa o in sospensione dal lavoro non retribuita. La misura, introdotta a inizio pandemia e finanziata nel 2020 con 663 milioni, non era stata rinnovata per il 2021, salvo per i lavoratori fragili (con una copertura di 282 milioni). Ma ora si lavora per inserirla nel nuovo decreto, mentre sarebbe ancora in fase di valutazione il rifinanziamento del congedo al 50% per i genitori con i figli in Dad, chiesto dal ministro per la Famiglia Elena Bonetti.
Le risorse per l’indennità di quarantena, circa 900 milioni, emergerebbero dai risparmi sugli aiuti anti-Covid, in particolare dal tiraggio inferiore alle attese dei contributi a fondo perduto alle imprese, che andranno a costituire la gran parte della copertura anche per l’intervento sulle bollette che dovrebbe aggirarsi tra i 3 e i 4 miliardi. Una quota, circa 800 milioni, dovrebbe arrivare, come già accaduto con l’intervento di luglio, dal gettito delle aste per le quote di CO2.
“Sulle tasche dei cittadini non devono pesare costi come quelli degli aumenti in bolletta”, ha assicurato il ministro Luigi Di Maio, confermando che la riunione del governo di oggi darà il via libera al decreto. Le soluzioni per calmierare le bollette di luce e gas, che dal 1 ottobre subirebbero rincari del 40% e del 30% sono ancora in via di limatura ma dovrebbero passare per un abbattimento temporaneo, fino al 31 dicembre, degli oneri di sistema. Dovrebbe anche essere rafforzato il bonus energia – che interessa i nuclei con Isee fino a 8.265 euro, le famiglie numerose (con più di 3 figli a carico) con Isee non superiore a 20.000 euro e i titolari di reddito e pensione di cittadinanza – ampliando la platea dei beneficiari o irrobustendo lo sconto. Non sembra invece che possa arrivare, almeno per ora, un intervento sull’Iva, perorato dalla Lega di Matteo Salvini.
Mentre l’Italia, dopo altri Paesi come la Spagna o la Francia, si sta muovendo in autonomia per evitare le maxi-bollette, il tema dell’aumento dei prezzi dell’energia è sul tavolo della Commissione europea: alla riunione informale dei ministri dell’Energia in Slovenia “la maggior parte dei ministri ha espresso preoccupazione per l’evoluzione dei prezzi in tutta l’Unione europea e ha sostenuto l’idea di una risposta” comune, ha detto la viceministra spagnola per la transizione ecologica, Teresa Ribera, spiegando che “il commissario ha concluso il dibattito facendo sapere che stanno lavorando alla preparazione di proposte per opzioni flessibili per affrontare la questione a livello europeo” che “saranno rese note nelle prossime settimane”.
(fonte Ansa)