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mercoledì, 29 Gennaio, 2025
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Caso Almasri: Avviso di garanzia per Meloni, Nordio, Piantedosi: denuncia dell’avvocato calabrese Li Gotti

Giorgia Meloni attraverso un video ha annunciato di aver ricevuto un avviso di garanzia in relazione al caso della scarcerazione, quasi, immediata e al rimpatrio in Libia con l’ausilio di un aereo di Stato del comandante libico Najeem Osema Almasri destinatario di un mandato di arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale (CPI) per crimini di guerra e crimini contro l’umanità, commessi almeno dal 2015 nel centro di detenzione di Mitiga, il più grande della Libia occidentale. Almasri è stato arrestato il 19 gennaio e scarcerato e rimpatriato il 21 gennaio.

“La notizia di oggi è questa – dichiara Meloni nel video -il procuratore della Repubblica Francesco Lovoi, lo stesso del fallimentare processo a Matteo Salvini per sequestro di persona mi ha appena inviato un avviso di garanzia per i reati di favoreggiamento e peculato in relazione alla vicenda del rimpatrio del cittadino Almasri avviso di garanzia inviato anche al ministro Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e Alfredo Mantovano presumo al seguito di una denuncia che è stata presentata dall’avvocato Luigi Ligotti ex politico di sinistra molto vicino a Romano Prodi conosciuto per avere difeso pentiti del calibro di Buscetta, Brusca e altri mafiosi”. Io, dice ancora Meloni, “penso che valga ora quello che valeva ieri: non sono ricattabile, non mi faccio intimidire, è possibile che per questo sia invisa a chi non vuole che l’Italia cambi e diventi migliore ma anche e soprattutto per questo intendo andare avanti per la mia strada a difesa degli italiani soprattutto quando è in gioco la sicurezza della nazione. A testa alta e senza paura”. “Ora i fatti sono abbastanza noti la Corte penale internazionale dopo mesi di riflessione emette un mandato di arresto internazionale nei confronti del capo della polizia giudiziaria di Tripoli, curiosamente la Corte lo fa proprio quando questa persona stava per entrare sul territorio italiano dopo che per 12 giorni aveva serenamente soggiornato in altri tre Stati europei”- evidenzia Meloni.

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A presentare la denuncia è stato Luigi Li Gotti, noto avvocato calabrese del foro romano e legale di diversi collaboratori di giustizia. L’avv. Li Gotti è nato 77 anni fa a Mesoraca, in provincia di Crotone. Il legale ha denunciato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega ai servizi segreti, Alfredo Mantovano, per i reati di favoreggiamento personale e peculato. Nella denuncia si chiede che vengano “svolte indagini sulle decisioni adottate e favoreggiatrici del suddetto Osama Almasri, nonché sulla decisione di utilizzare un aereo di Stato per prelevare il catturato (e liberato) a Torino e condurlo in Libia”. Li Gotti, citando i reati, ricorda che secondo il reato di favoreggiamento personale “chiunque, dopo che fu commesso un delitto per il quale la legge stabilisce l’ergastolo o la reclusione, e fuori dei casi di concorso nel medesimo, aiuta taluno a eludere le investigazioni dell’Autorità, comprese quelle svolte da organi della Corte penale internazionale, o a sottrarsi alle ricerche effettuate dai medesimi soggetti, è punito con la reclusione fino a quattro anni”. Sul caso è intervenuta anche la Corte penale internazionale (Cpi) che ha ‘bacchettato’ l’Italia chiedendo spiegazioni sull’accaduto.

Il caso riguarda il capo della polizia giudiziaria di Tripoli, Njeem Osama Almasri Habish, arrestato a Torino dalla Digos lo scorso 19 gennaio, in esecuzione del mandato di cattura della Corte penale internazionale con l’accusa di crimini contro l’umanità e crimini di guerra. Almasri è uno dei vertici della milizia Rada (forza di deterrenza speciale).
Il 21 gennaio è però rientrato in Libia con un volo dei servizi segreti italiani, formalmente – scriveva la Corte d’appello di Roma – per un errore procedurale. Un errore che però poteva essere evitato, se solo il ministro Nordio fosse intervenuto tempestivamente. E, invece, segnalava il procuratore generale, dal ministero della Giustizia non è arrivata «nessuna richiesta in merito».

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