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venerdƬ, 29 Novembre, 2024
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Caso Pifferi, le psicologhe indagate per favoreggiamento. Indagata per falso anche l’avvocatessa

Sono indagate per favoreggiamento e falso ideologico e sono state perquisite dalla polizia penitenziaria le due psicologhe del carcere di San Vittore che hanno redatto una relazione, effettuando un test sul quoziente intellettivo, su Alessia Pifferi, a processo a Milano per omicidio pluriaggravato per avere lasciato morire di stenti, nel luglio 2022, la figlia Diana di 18 mesi, abbandonandola in casa per 6 giorni. Il pm Francesco De Tommasi aveva contestato la relazione basata sui colloqui con le psicologhe: avrebbero fornito alla donna “una tesi alternativa difensiva”, un possibile vizio di mente, e l’avrebbero “manipolata”. Con le due psicologhe ĆØ indagata per falso ideologico anche l’avvocato Alessia Pontenani, legale di Pifferi.
Secondo De Tommasi, sarebbe stato attestato “falsamente” che la donna “aveva un quoziente intellettivo pari a 40 e quindi un ‘deficit grave'”, con un test non “utilizzabile a fini diagnostici e valutativi”. E le due psicologhe avrebbero svolto, secondo il pm, una “vera e propria attivitĆ  di consulenza difensiva, non rientrante” nelle loro “competenze”.

Alle due psicologhe, da quanto si ĆØ saputo, la Procura di Milano contesta piĆ¹ episodi in relazione alle accuse di favoreggiamento e falso ideologico per il loro lavoro effettuato su Pifferi. “E’ nostro dovere esternare una forte perplessitĆ  rispetto ad una apparente prassi che, come ripetiamo, nella nostra piuttosto ampia esperienza, non abbiamo mai visto applicare a nessun altro detenuto”, avevano scritto gli psichiatri Marco Lagazzi e Alice Natoli, consulenti della Procura, in una relazione depositata alla Corte d’Assise nel processo in corso. Una relazione nella quale, in sostanza, hanno criticato fortemente l’operato delle psicologhe di San Vittore.
Quel test psicometrico Wais ha stabilito che Pifferi, in pratica, ha un ritardo mentale. “Il contributo delle psicologhe ĆØ giĆ  stato ampiamente discusso – si legge nella consulenza – e non si puĆ² non essere perplessi per l’attuazione di un test che non ha nulla a che fare con la gestione penitenziaria ma ĆØ utile per la difesa penale, e per una intensiva rilettura del caso fatta con l’imputata di un cosƬ grave reato. L’impressione che si trae da tutto questo – scrivono i consulenti – ĆØ che ciĆ² renda tra l’altro ormai inutile qualsiasi esame peritale, perchĆ© valuterebbe non i vissuti della persona, ma ciĆ² che la stessa ha riferito di avere appreso e discusso nel lavoro con le psicologhe, unitamente al suo deresponsabilizzante convincimento di essere lei stessa una bambina (dati gli esiti del test sul quoziente intellettivo, ndr), sempre espresso dalla psicologa”.

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Da qui, secondo i pm, una presunta “manipolazione” sull’imputata. Intanto sarĆ  depositata a fine febbraio la perizia psichiatrica disposta dalla Corte d’Assise (presidente Ilio Mannucci Pacini) per valutare la capacitĆ  di intendere e volere della donna. Perizia richiesta dalla difesa, con l’avvocato Alessia Pontenani, che ha valorizzato, tra le altre cose, proprio gli esiti della relazione delle due psicologhe, parlando di un “gravissimo ritardo mentale” della donna, che ha “un quoziente intellettivo di una bimba di 7 anni”.
Le perquisizioni a carico delle due psicologhe sono state disposte dalla Procura di Milano anche per verificare, oltre ai “rapporti tra le indagate” e Pifferi, “piĆ¹ in generale” la “gestione” anche di altre quattro detenute da parte delle stesse professioniste.
(Ansa)

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