Catanzaro – Tre magistrati ordinari tirocinanti, quest’oggi, hanno trascorso un intero giorno con i Carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro per uno “stage di formazione” pianificato dalla Scuola Superiore della Magistratura con la collaborazione dei rappresentanti della formazione decentrata del Tribunale di Catanzaro.
I neo magistrati sono stati accompagnati dalla dott.ssa Barbara Saccà, Giudice del citato ufficio giudiziario e sono stati ricevuti dal Comandante della Legione Carabinieri “Calabria”, Generale di Brigata Pietro Salsano, e dal Colonnello Antonio Montanaro, Comandante Provinciale del capoluogo. In particolare, il Col. Montanaro ha illustrato l’organizzazione e i compiti dell’Arma dei Carabinieri e soprattutto come l’Istituzione è strutturata per l’esecuzione di attività di polizia giudiziaria.
Una vera e propria full immersion nella realtà delle investigazioni, poiché i magistrati tirocinanti hanno potuto vedere, ascoltare, provare e toccare con le proprie mani gli strumenti e le tecniche investigative utilizzate dai Carabinieri impegnati quotidianamente nella lotta ad ogni forma di criminalità comune e organizzata.
Dall’arrivo della telefonata al 112 all’intervento dei Carabinieri sulla scena del crimine, dall’ascolto di intercettazioni alla redazione delle informative di reato, insomma, uno stage a 360 gradi dove i relatori, oltre al Comandante Provinciale anche il Ten. Col. Roberto Di Costanzo, Comandante del Reparto Operativo, il Magg. Andrea Romanelli, Comandante del Nucleo Investigativo e il Cap. Ferdinando Angeletti, Comandante della Compagnia di Catanzaro, hanno mostrato ai futuri magistrati gli strumenti in dotazione all’Arma dei Carabinieri, la struttura della Centrale Operativa, del laboratorio tecnico delle investigazioni scientifiche e, in particolare, le difficoltà tecniche e di contesto che incontrano quotidianamente gli appartenenti alla Polizia Giudiziaria e i anche Pubblici Ministeri nella ricostruzione della dinamica di un delitto e nell’individuazione delle fonti di prova per identificare e assicurare alla giustizia l’autore del reato.
I giovani magistrati hanno dimostrato ed esternato la loro soddisfazione per la giornata trascorsa con l’Arma di cui hanno apprezzato, in particolare, l’empatia e la capacità di comprendere i reali bisogni e le richieste di aiuto del cittadino al di là della formale redazione dei necessari atti d’indagine.