Chiusura di indagini per il giudice Marco Petrini, ex presidente della II sezione della Corte d’appello di Catanzaro, nonché presidente della commissione provinciale tributaria e per l’avvocato penalista Giancarlo Pittelli, coinvolto in numerose inchieste quali “Poseidone”, “Rinascita-Scott” e “Mala Pigna” del 2021. I due sono accusati di corruzione in atti giudiziari, aggravata dal metodo mafioso, nel filone dell’inchiesta “Genesi”, coordinata dalla Dda di Salerno, che punta a fare luce su una serie di casi di corruzione in atti giudiziari negli uffici del distretto di Catanzaro.
Secondo l’accusa formulata dal pm Francesca Fittipaldi e firmata dal procuratore Giuseppe Borrelli e dall’aggiunto Luigi Alberto Cannavale, Pittelli, nel novembre 2019, pur di favorire il proprio cliente, l’imprenditore Rocco Delfino, avrebbe promesso al giudice Marco Petrini una somma di denaro non precisata che il giudice avrebbe accettato. In cambio Petrini avrebbe dovuto revocare la confisca dei beni dell’imprenditore, legato alla cosca Molè- Piromalli. La somma sarebbe dovuta essere corrisposta all’esito della pronuncia del giudice. Ma la dazione di denaro non è avvenuta in seguito all’arresto di Pittelli, un mese dopo, il 19 dicembre 2019, nel corso dell’operazione Rinascita-Scott, ovvero il giorno successivo all’ultima udienza di trattazione del procedimento che riguardava Delfino.
L’accusa nei confronti di Pittelli e Petrini, quest’ultimo difeso dall’avvocato Francesco Calderaro, è di corruzione in atti giudiziari aggravata dal metodo mafioso per avere agevolato la cosca di ‘ndrangheta Molè-Piromalli alla quale Delfino era legato, tanto da sostenere le spese legali di Giuseppe «Pino» Piromalli, detto «Facciazza», 77 anni, nei procedimenti in cui era assistito dallo stesso avvocato Pittelli.