Cts è l’acronimo di Comitato tecnico scientifico ovvero l’organismo che ha affiancato i ministri nel difficile compito di prendere le decisioni di tutti questi mesi di pandemia. Il suo è solo un ruolo di consulenza ma non spetta al Cts l’ultima parola; questa fa sempre capo alla politica e il concetto è riemerso in queste ore in cui medici e scienziati del comitato si sono trovati al centro della polemica sulla mancata riapertura delle pista da sci.
L’atto di nascita il 3 febbraio 2020
L’atto di nascita del Cts è molto recente. E’ stato istituito infatti il 3 febbraio del 2020 con un’ordinanza della Protezione Civile proprio per affrontare l’emergenza sanitaria che andava profilandosi; i poteri e la composizione del nuovo organismo sono stati via via integrati con successivi provvedimenti, l’ultimo dei quai è del mese di aprile. In tutto fanno parte del Cts 26 esperti, tutti già dipendenti dello Stato, chi come dirigente ministeriale, chi come medico. Dunque, per il loro servizio in seno al comitato non percepiscono alcuno stipendio aggiuntivo.
I 26 componenti (coordinati da Miozzo)
Il coordinatore del Cts è Agostino Miozzo, i componenti dell’organismo sono in tutto 26. Alcuni dei loro volti sono ormai divenuti familiari all’opinione pubblica; ad esempio il professor Franco Locatelli che è anche presidente del consiglio superiore di sanità e Silvio Brusaferro, direttore dell’Istituto superiore di sanità. Siedono al medesimo tavolo, tra gli altri, Giuseppe Ippolito, direttore sanitario dell’ospedale Spallanzani, Nicola Magrini in rappresentanza dell’agenzia del farmaco, Ranieri Guerra dell’Oms o Alberto Zoli, che è la «voce» delle Regioni e della Province Autonome. Non fa parte del Cts, invece Walter Ricciardi, le cui affermazioni hanno «incendiato» il dibattito in queste ore.
I poteri (solo sul Covid)
Sui poteri del Cts, il coordinatore Agostino Miozzo aveva chiarito già a novembre i termini della questione: «Il Cts svolge funzioni di consulenza al capo dipartimento della protezione civile in merito all’adozione delle misure di prevenzione necessarie a fronteggiar ele diffusione di patologie da agenti virali». Insomma, un compito molto circoscritto all’emergenza Covid. «I dossier esaminati – prosegue Miozzo – interessano la vita quotidiana dei cittadini …muovendo da questioni sanitarie, a temi relativi al mondo della scuola, dei trasporti, del turismo, della ristorazione, della pubblica amministrazione e molto altro».
I rapporti con la politica
Nodo cruciale sono i rapporti con la politica e anche su questo, il coordinatore ha tracciato una «linea del Piave» ben marcata: «È necessario ribadire che il parere tecnico del Cts non ha nè può avere alcuna valenza politica o amministrativa essendo come detto espressione di una consulenza scientifica atta a supportare una decisione politica». Il Cts – i cui verbali vengono pubblicati 45 giorni dopo la riunione – fornisce pareri e raccomandazioni ma non partecipa invece alla cosiddetta «cabina di regia» che prende le decisioni più importanti, ad esempio quella di stabilire i «colori» delle varie regioni.
(fonte: Corriere.it)
Comitato tecnico scientifico: cos’è, che poteri ha e chi ne fa parte
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