di Nico De Luca – Dieci domande al direttore di Infettivologia del ‘repartino’ (sua definizione) Covid al Pugliese-Ciaccio di Catanzaro dott. Lucio Cosco –
- Dottore Cosco, lo Stato ragiona con i numeri ed ai numeri ci rifacciamo: qual è al momento (metà pomeriggio di martedì 3 novembre) la situazione dei posti letto del Pugliese-Ciaccio? (posti letto occupati di malattie infettive, terapia intensiva e sub intensiva rispetto ai posti di ognuna)
“Nel nostro ‘repartino’ ci sono 29 posti letto occupati su 33 perché abbiamo dimesso alcuni pazienti; 6 su 6 posti di intensiva sono quelli al Policlinico (al Pugliese non c’è ancora quella solo Covid e 10 con ossigeno e altri flussi qui adattati.”
2. Cos’ è cambiato strutturalmente rispetto al picco di aprile (sei mesi fa)?
“Niente, se escludiamo il secondo piano adattato. Tenga presente che l’aumento dei letti è stato possibile avendo reperito doppi erogatori di ossigeno che hanno portato le stanze da due a tre letti. Eppure i numeri del contagio sono raddoppiati se non di più.”
3. E’ stato coinvolto in modo serio in merito alla creazione di un centro covid regionale a Catanzaro? “No e non ho altro da aggiungere“
4. Lei è favorevole all’ipotesi Villa Bianca o ad un padiglione del Policlinico? “Guardi il non conosco la logistica né dell’uno né dell’altra. Io cerco solo di lavorare”
- Certo, però si può e si dovrebbe lavorare meglio. Pensa che potranno essere riconvertiti altri reparti per sostenere l’emergenza? “Queste sono scelte della Direzione aziendale. Se questo trend continua potrebbe essere una ipotesi da tenere in considerazione. Invece se dovessero recuperare questi 75 posti letti a Germaneto. Non sono sicuro ma è probabile che si farà.”
6. Eppure erano già stati stanziati cospicui fondi per aumentare i posti letti Covid: “Sulla parte economica non mi posso e non mi voglio esprimere”
7. Tra personale e logistica quanto tempo è in grado di reggere ancora la sua organizzazione? “Io penso che la mia organizzazione reggerà perché ci dobbiamo modulare in base alla domanda. Qualche decisione bisogna prenderla, sono fiducioso”
- Lo stato di salute del personale sanitario e infermieristico? “Ottimo. Stiamo bene, significa che i protocolli di vestizione e svestizione li sappiamo fare…”
- Qual è la richiesta più impellente che fa alla sua direzione aziendale ma soprattutto alla sanità regionale? “Non ho avuto tempo per pensare ad una cosa del genere… però, certo… più posti e più personale ci farebbero tanto comodo”
- Nonostante la gravità del momento Governo centrale e Regione sono ai ferri corti sulla prosecuzione del Decreto Calabria. Senza alcun riferimento personale, secondo lei i vari commissariamenti succedutisi hanno fatto bene oppure nociuto alla sanità? “I commissariamenti non possono reggere, non c’è mai stata comunione d’intenti tra Commissari e Regione. Queste contrapposizioni fanno male, alla regione, al commissario, agli operatori sanitari, ai pazienti che hanno bisogno di buona sanità”.