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giovedì, 23 Gennaio, 2025
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Cosenza, Rosa Vespa difende il marito: Ho rapito Sofia da sola. Lui: “Mi ha rovinato la vita”

“Ho organizzato il sequestro della neonata, da sola. Mio marito non è mai stato al corrente dell’iniziativa”. Rosa Vespa davanti agli agenti della squadra mobile di Cosenza che martedì sera l’hanno ammanettata nella sua casa di Castrolibero, con l’accusa di sequestro di persona della piccola Sofia, ha cercato di scagionare il marito Acqua Moses, 43 anni, mediatore culturale nigeriano: “Lui non sapeva nulla”. E alla domanda dei poliziotti sul perché avesse compiuto il rapimento, l’architetta di 51 anni ha risposto: “Dieci giorni fa ho perso un bimbo. Volevo a tutti i costi diventare mamma”. Una circostanza falsa, hanno accertato gli inquirenti, anche perché, proprio lei, sul suo profilo social, l’8 gennaio scorso aveva postato la frase: “Dopo quasi un anno di attesa il miracolo è arrivato! Alle ore 20.00 è nato Ansel. Mamma e papà ti amano!”.

Moses, anche lui finito in carcere con la stessa accusa, ha invece detto, accusando la moglie: “Mi hai rovinato la vita”. Poi si è chiuso in un mutismo assoluto e ha trascorso tutto il tempo del trasferimento in Questura con il capo chino. Senza aggiungere altro. Se, però, Rosa Vespa ha tentato in tutti i modi di alleggerire la posizione del consorte, di tutt’altro avviso è Gabriele Presti, capo della squadra mobile di Cosenza: “La ricostruzione degli accadimenti del passaggio in cui è stata prelevata Sofia, dalla stanza della madre, non lascia spazio a ipotesi alternative al fatto che l’uomo abbia preso parte al sequestro di persona”. Lo dimostrerebbero l’analisi dei tabulati telefonici e i filmati delle telecamere di videosorveglianza della clinica Sacro Cuore e quelle esterne alla struttura. L’occhio della telecamera l’ha infatti inquadrato martedì sera nella reception della clinica in attesa dell’arrivo della moglie che era salita al primo piano della struttura per portare a compimento il suo gesto. Cosa che è poi avvenuta facendosi consegnare dalla nonna che la teneva in braccio la piccola Sofia, con la scusa di doverla portare dal pediatra.
Nel filmato si vede proprio la gioia di Moses che strappa la bambina (lui immaginava fosse un maschietto, come gli aveva fatto credere Rosa), e la stringe a sé. Per gli inquirenti dunque nessun dubbio sulla partecipazione del nigeriano al rapimento della bimba. Gli stessi parenti della donna, tra cui il cognato Andrea Fiorentino, marito della sorella, avevano “dubitato sulla sua gravidanza, per le tante stranezze che lei ha raccontato”. Il dubbio, però, per lui e per la madre di lei, sono svaniti nel momento in cui Rosa Vespa è arrivata a casa con in braccio la neonata. “Ci siamo guardati in faccia – dice Fiorentino – e ci siamo ricreduti”. È successo di più nella casa di Castrolibero, addobbata a festa con palloncini, nastrini celesti e fiocchi, per festeggiare l’arrivo di Ansel, alias Sofia.

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“Eravamo tutti dispiaciuti per le notizie che arrivavano dalla clinica Sacro Cuore dov’era scomparsa una neonata”, dice ancora il cognato. Tutto però, la sera di martedì, era passato in secondo piano con la presenza in casa di Ansel come aveva fatto credere Rosa. La donna una volta arrivata si era preoccupata di raggiungere da sola la stanza da letto per cambiare l’abitino rosa di Sofia, facendole indossare una tutina celeste, a dimostrare che le era nato un bel maschietto. L’arrivo delle volanti della polizia ha interrotto la festa. “Tutti i presenti hanno sgranato gli occhi quando ci hanno visto arrivare — dice il capo della Mobile —. La prima cosa che abbiamo chiesto a Rosa era dove fosse la bambina. E lei ha reagito solo con un gesto, indicando con il dito la stanza da letto”». La neonata si era addormentata sul lettone dei due arrestati.
(Fonte: corriere.it)

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