A distanza di un giorno dal rapimento lampo della neonata Sofia da una clinica di Cosenza, ritrovata dalla Polizia e restituita, dopo alcune ore, alle braccia della mamma, sono tante ancora le domande rimaste senza risposta in questa vicenda che ha tenuto con il fiato sospeso tutta la Calabria. Particolare attenzione pare si stia riservano alla personalità di Rosa Vespa, la donna di 51 anni che assieme al marito Aqua Moses, di 43 anni, è accusata del sequestro della bimba.
“Siamo tutti sconvolti. Nel nostro condomino le famiglie abitano da più di 40 anni e siamo, e non per modo di dire, una famiglia. Rosa è sempre stata una ragazza sana, vivace. Ha trovato l’amore, con questo ragazzo, bravissimo. Un gran lavoratore e molto rispettoso di tutti”. A parlare così di Rosa Vespa e Acqua Moses, i coniugi fermati per il sequestro della neonata a Cosenza, è un vicino di casa della coppia, che abita nello stesso palazzo a Castrolibero.
“Siamo stati tutti felici all’annuncio della gravidanza” ha aggiunto riferendosi alla gravidanza simulata dalla donna per nove mesi. “Nessuno – ha detto – si era insospettito, considerata anche l’età (51 anni, ndr). Sono questioni personali, e se qualcuno può fare dei pensieri su questo, non sono cose che si vanno a chiedere per delicatezza. Rosa fisicamente è sempre abbondante. Poi metteva dei vestiti che in qualche modo mettevano in evidenza la pancia. Per quello che ne so ha sempre mostrato gli esiti delle ecografie, persino la morfologica. Quindi, che sospetti potevamo avere? Che si sappia, lei non ha mai chiesto alla madre o alla sorella di farsi accompagnare in occasione delle visite mediche. Del resto, è stata sempre molto indipendente“.
“Poi – racconta ancora il vicino – all’annuncio della nascita, l’8 gennaio, la felicità di tutti. Ma ha chiesto che nessuno andasse in clinica perché, diceva, non facevano entrare perché c’era qualche caso di Covid. Poi è tornata dalla madre, qui, dopo qualche giorno, senza il bambino. Ha detto che lo avevano trattenuto per gli accertamenti. Da qualche giorno si preparava a casa per la festa dell’arrivo di Ansel, aveva preparato le bomboniere, tantissimi dolci, ogni stanza, ogni oggetto addobbati a festa. Ieri ha detto che poteva andare a prendere il bambino in clinica, che glielo avrebbero dato, e che festa poteva essere”.
“Quello che so – ha concluso il vicino – è che è una famiglia sana, umile, di principi forti. La mamma di Rosa e la sorella Marina sono meravigliose. Quello che ho sentito dalle parole scambiate qui nel palazzo, è che il marito di Rosa, all’arrivo della polizia, sembrava cascare dalle nuvole, sorpreso anche lui come gli altri parenti. No, non so darmi una spiegazione. Quello che so è che qui c’è una famiglia distrutta“.