Covid da un gatto a un uomo come registrato da uno studio thailandese “è possibile, ma credo che sia un’eventualità veramente molto remota e il rischio molto basso”. E’ quanto ha detto all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive al Policlinico San Martino di Genova.
“E’ una di quelle notizie che avrei sperato non avesse il clamore che ha avuto, pone la situazione nel modo sbagliato perché invece di prendere in considerazione lo studio scientifico, si pone l’attenzione sul rischio che gli animali possano contagiare. Una visione catastrofista, molto tipica della stampa italiana”, rimarca Bassetti.
Lo studio, riportato da ‘Nature’, ricostruisce quando accaduto ad un veterinario. In agosto un padre e un figlio, risultati positivi al Coronavirus pandemico, sono stati trasferiti in un reparto di isolamento dell’ospedale della Prince of Songkla University. Anche il loro gatto, un soriano di 10 anni, è stato sottoposto a tampone ed è risultato positivo. Durante il test, il micio ha starnutito davanti a una veterinaria che indossava mascherina e guanti, ma non una protezione per gli occhi.
Tre giorni dopo il veterinario ha manifestato febbre, raffreddore e tosse; successivamente è risultato positivo a Sars-CoV-2, ma nessuno dei suoi contatti stretti ha sviluppato Covid-19, suggerendo che la fonte del suo contagio fosse il gatto. L’analisi genetica ha poi confermato che il veterinario era stato infettato dalla stessa variante che aveva contagiato l’animale e i suoi proprietari: le sequenze risultavano identiche.
(Adnkronos)