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venerdì, 15 Novembre, 2024
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Covid Italia, “Se peggiora, valutare mascherine al chiuso e smart working”

Covid in Italia, nel periodo invernale 2022-2023 “continueranno tutte le attività di sorveglianza, poiché è verosimile un aumento della pressione sui laboratori sia per la diagnostica, ma anche più in generale sulle reti di sorveglianza virologica a causa di una maggiore circolazione stagionale dei virus respiratori, è necessario che siano previsti meccanismi di rafforzamento dei sistemi in vigore. Sarà, infatti, essenziale assicurare un volume di sequenziamento sufficiente per monitorare i virus in circolazione e l’emergenza di nuove varianti virali e una adeguata capacità diagnostica dei laboratori”. E’ quanto prevede la circolare ‘Interventi in atto per la gestione della circolazione del Sars-CoV-2 nella stagione invernale 2022-2023′, firmata dal direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, e dal direttore della Programmazione Stefano Lorusso, ed elaborata con il supporto dell’Istituto superiore di sanità (Iss). “Pertanto, è fortemente raccomandato, per lo meno in contesti d’elezione quali ospedali e pronto soccorso, raccogliere campioni da sottoporre a test molecolare, per garantire in ogni regione e provincia autonoma un numero minimo di campioni da genotipizzare”, prosegue il documento.

“L’utilizzo di mascherine è efficace nel ridurre la trasmissione dei virus respiratori e nel caso in cui si documentasse un evidente peggioramento epidemiologico con grave impatto clinico e sul funzionamento dei servizi assistenziali, potrebbe essere indicato il loro utilizzo in spazi chiusi, finalizzato in particolare a proteggere le persone ad alto rischio di malattia grave”, si legge ancora nella circolare.
“Nel caso di un eventuale sensibile peggioramento del quadro epidemiologico Covid – continua la circolare -, si potrà valutare l’adozione temporanea di altre misure, come il lavoro da casa o la limitazione delle dimensioni degli eventi che prevedono assembramenti”.
Per la stagione invernale 2022-2023, “si ritiene indispensabile che i servizi sanitari regionali verifichino, e, se necessario, rafforzino il proprio stato di preparazione al fine di fronteggiare un eventuale aumento della domanda di assistenza per i casi di infezione da Sars-CoV-2”, raccomanda la circolare. Il ministero sottolinea l’importanza “che l’assetto organizzativo dei servizi sanitari dedicati al Covid-19 (con particolare riferimento alle dotazioni di posti letto ospedalieri) dovrà seguire dinamicamente gli andamenti della relativa domanda e della situazione epidemiologica, per limitare le ricadute della gestione della pandemia sulle cure di patologie diverse dal Covid-19 e sulle liste d’attesa per le prestazioni programmate”.

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In particolare si raccomanda la verifica “della dotazione di posti letto in ricovero ordinario (area medica Covid) e in regime di terapia intensiva/sub-intensiva dedicati e da dedicare a pazienti Covid-19, da individuare ed attivare con modalità flessibile in base alla domanda; la disponibilità e corretta applicazione di protocolli ospedalieri formalizzati per la gestione in sicurezza dei pazienti (ricoverati a causa delle manifestazioni cliniche di Covid-19; ricoverati per altre cause presso reparti di diversa competenza nosologica e risultati positivi alla ricerca del virus Sars-CoV-2); la disponibilità e corretta applicazione di protocolli ospedalieri formalizzati per la disinfezione e sanificazione degli ambienti di soggiorno dei pazienti positivi alla ricerca del virus Sars-CoV2; l’ approvvigionamento – prosegue il documento – di materiali di consumo, strumentazione, dispositivi, diagnostici, farmaci, vaccini; la disponibilità di personale sanitario formato e continuamente aggiornato, che possa supportare i reparti ospedalieri e i servizi territoriali nel caso di un aumento del numero di casi tale da superare l’attuale capacità dei sistemi assistenziali e dei Dipartimenti di Prevenzione”.
Sebbene l’evoluzione della pandemia sia allo stato attuale imprevedibile, il nostro Paese deve prepararsi ad affrontare un inverno in cui si potrebbe osservare un aumentato impatto assistenziale attribuibile a diverse malattie respiratorie acute, prima fra tutte l’influenza, e alla possibile circolazione di nuove varianti di Sars-CoV-2, determinato anche dai comportamenti individuali e dallo stato immunitario della popolazione”, le conclusioni della circolare.
I tecnici evidenziano “la necessità di intensificare il sequenziamento al fine di raggiungere una numerosità sufficiente a identificare l’eventuale circolazione di nuove varianti. È particolarmente importante evitare la congestione delle strutture sanitarie limitando l’incidenza di malattia grave da Covid-19 e le complicanze dell’influenza nelle persone a rischio, proteggendo soprattutto le persone più fragili”.
(Adnkronos)

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