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sabato, 16 Novembre, 2024
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Da Consigliere laiche di Lega e FdI richiesta disciplinare per procuratore aggiunto reggino Musolino

Le consigliere laiche del Csm, Isabella Bertolini della Lega e Claudia Eccher di FdI, hanno chiesto l’apertura di una pratica alla prima Commissione e alla Procura generale della Cassazione affinché siano valutati eventuali profili disciplinari a carico del segretario di Magistratura Democratica, Stefano Musolino, attuale procuratore aggiunto a Reggio Calabria. Le due consigliere citano la partecipazione di Musolino come relatore ad un evento dell’associazione ‘No Ponte’, “avente una spiccata connotazione anti governativa, riguardante – tra gli altri argomenti – il ddl sicurezza”.

In quella sede Musolino avrebbe detto: “Siamo molto preoccupati”; “esiste un problema di gestione del dissenso che non può essere affrontato attraverso strumenti penali”. E ancora: “Stiamo vivendo in un momento in cui si presentano davanti a noi scelte molto importanti. I conflitti possono essere deleteri se non si basano sul rispetto reciproco delle posizioni e possono essere invece molto fruttuosi se vengono gestiti e governati. Ma per farlo, non si può ricorrere allo strumento penale. Non si possono inventare nuove norme per radicalizzare il dissenso e, addirittura, criminalizzarlo”.

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Bertolini ed Eccher citano sue “affermazioni di tipo politico”, che “rappresentano una violazione dei principi costituzionali di imparzialità e di indipendenza che secondo la Costituzione tutti i magistrati devono osservare”. Le consigliere hanno anche citato altre affermazioni di Musolino alla trasmissione Piazza Pulita su La7. La prossima settimana la prima Commissione farà le sue valutazioni sull’eventuale pratica.

La reazione dell’Associazione Nazionale Magistrati con Santalucia: “Vogliono silenziare le toghe”
“Questa non è più una pretesa di imparzialità, ma richiesta di silenzio e non è accettabile. Un magistrato sui temi della giustizia può intervenire argomentando e spiegando perché è il nostro specifico campo professionale, non si può chiedere il silenzio in nome dell’imparzialità”. Così il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, a margine della del Comitato direttivo centrale dell’Anm. “Si sta oltrepassando il confine del possibile – aggiunge -. Una cosa è l’imparzialità, un’altra la soggezione silenziosa al governo. Non è nella cifra della nostra fisionomia costituzionale e democratica”.

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