Una scultura bronzea di due metri d’altezza, che sorgerà nell’area del Tempietto, firmata dall’artista veneta Katrin Pujia e costata 28.000 euro, che saranno interamente finanziati dalle donazioni di enti, associazioni e privati per ricordare Massimo Mazzetto. Il progetto del comitato che porta il nome dell’atleta, patrocinato dal Comune reggino, inizia adesso: la realizzazione dell’opera “Il dono” da oggi si potrà seguire in progress su un sito e la statua, che rappresenta il playmaker padovano in un’azione di gioco, con la palla che punta verso il cielo, dovrebbe essere ultimata nel mese di agosto e arrivare a Reggio alla fine dell’estate.
A presentare l’iniziativa a Palazzo San Giorgio si sono riuniti il sindaco Giuseppe Falcomatà, le assessore Giuggi Palmenta e Rosanna Scopelliti e coach Gaetano Gebbia. Come era già noto, l’omaggio a Mazzetto non si esaurirà con l’installazione a lui dedicata, prevedendo di coinvolgere le scuole per presentare ai giovani la figura del cestista morto a Reggio in un incidente, a soli 21 anni.
Talento della Viola Basket e soprattutto giovane innamorato dello sport, nel suo breve ma intenso soggiorno in città Mazzetto aveva instaurato un legame di affetto con i reggini. Che si sono amareggiati e indignati per il vandalismo che ha danneggiato la stele posta in suo ricordo davanti al palazzetto di Botteghelle a lui intitolato. E’ nata da lì, dalla forte reazione della cittadinanza, l’idea di riparare all’incivile gesto con questa nuova opera, adottata da Reggio con una corale raccolta di fondi. Alla quale hanno finora partecipato Viola Basket, Reggina Calcio, Fip Calabria, Petrarca Basket (la società che ha formato Massimo), Giaguari nazionale Juniores, Torneo Mazzetto Padova, Lumaka minibasket, Rotary Reggio e Confindustria Reggio. Oltre a numerose star sportive e semplici cittadini reggini e padovani, ai quali si aggiungeranno tutti coloro che vogliono entrare nel crowdfunding per Massimo.
«Siamo stati felici del contributo di altre società – ha detto Gebbia – perché non volevamo che il progetto riguardasse solo il mondo del basket. Tengo a precisarlo perché si tratta principalmente di un’iniziativa per la città, il mio ricordo di Massimo è altro e lo serbo dentro di me». Con lo storico allenatore neroarancio concorda Falcomatà, che ha aggiunto: «Massimo era un ragazzo sano, che aveva fatto del basket la sua ragione di vita ed ha avuto un tragico destino. Fa riflettere che qualcuno abbia voluto distruggere quella stele, e poiché a farlo sono stati dei minori, come amministrazione si sentiamo responsabili. Per questo vogliamo dire ai ragazzi che non l’hanno conosciuto chi era Massimo Mazzetto, farne un modello, raccontare i suoi valori».
Una parentesi il sindaco l’ha poi aperta sulla «trasparenza» dell’iniziativa, un indiretto riferimento alla polemica campanilistiche che qualcuno ha assurdamente fomentato perché l’opera sarà realizzata da un artista non reggino. Miserie provinciali che mettono in imbarazzo la città, soprattutto se si parla di un’iniziativa con obiettivi sociali e culturali, nella quale la componente veneta è partecipe quanto quella di Reggio: come qui anche a Padova esiste una strada con il nome di Massimo, è stato istituito un torneo giovanile che lo ricorda. “Il dono” di Karin Pujia, realizzato dalla fonderia artistica Pisani di Villafranca di Verona, è stato acquistato dal Comitato Massimo Mazzetto e donato al Comune di Reggio, che provvederà al posizionamento sul lungomare.
Alla presentazione del progetto sono intervenuti in remoto Andrea Mazzetto, fratello di Massimo e presidente del comitato, che non ha nascosto la sua commozione («a volte prende lo sconforto ma poi il comitato mi sprona e si va sempre avanti»), gli amministratori padovani e tanti amici sportivi. Il dirigente della Reggina Calcio Fabio De Lillo, i compagni di squadra di Mazzetto, Donato Avenia, Lucio Laganà e Massimo Bianchi.
Da loro racconti sul filo dei ricordi, tornando alla luminosa stagione degli anni Novanta, in cui le prodezze sportive della Viola erano un simbolo, la promessa di un riscatto per la città dello Stretto. Roberto Brunamonti, ex giocatore della Virtus Bologna, ricorda una sconfitta subita dalla Viola e il pubblico che continuava a incitare e applaudire anche quando un nubifragio lasciò al buio il palazzetto: «Massimo aveva fatto un’ottima partita, era un ragazzo determinato e ambizioso, ma mi colpì il suo grande garbo».
Il 17 giugno 1989, giorno del tragico incidente, è ancora oggi data di memoria, a Reggio come a Padova. Sul muretto di quel salto fatale a Massimo qualcuno lascia ogni anno un fiore. Nessuno ha dimenticato quel giovane dal viso aperto, che oggi è anche un po’ l’angelo custode a cui si affida la sua Viola in quest’ultimo difficile rush di campionato.
Isabella Marchiolo