La Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha eseguito dieci ordinanze cautelari nei confronti di imprenditori e prestanome catanzaresi, cui ha sequestrato beni per 50 milioni di euro.
L’indagine, denominata ‘Coccodrillo’ ed eseguita dalla Guardia di finanza, ha evidenziato un grave quadro indiziario a carico dell’ impresa edile Lobello con sede a Simeri Crichi (Catanzaro). Il gip del tribunale ha disposto la misura custodiale per sette persone di cui una in carcere e sei ai domiciliari; e quella interdittiva per altri tre indagati.
Gli imprenditori, appartenenti alla stessa famiglia, sono accusati di concorso esterno in associazione mafioso, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, favoreggiamento ed estorsione. Nel corso della conferenza stampa, tenuta dal procuratore capo Nicola Gratteri nella caserma del Comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro, gli inquirenti hanno evidenziato che l’impresa da tempo aveva allacciato strettissimi rapporti con le famiglie Mazzagatti di Gioia Tauro ed Area di Isola Capo Rizzuto, realizzando di fatto un monopolio assoluto che gli ha consentito di aggiudicarsi appalti di grandi opere.
Fra questi forniture nella costruzione dei macrolotti sul tracciato della nuova SS 106 e varie opere pubbliche e private in provincia di Catanzaro e di Crotone.
Nel core-business imprenditoriale una serie di aziende intestate a prestanome sia per dissimulare le attività illecite che per evitare gli effetti di interdittive già subite negli anni precedenti.
Dda Catanzaro, operazione Coccodrillo: i dettagli degli inquirenti (VIDEO)
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