Lamezia Terme – Ripartiamo nel segno della carità e della ricerca del bene comune. Sarà questo il filo conduttore del novenario e dei festeggiamenti in onore dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, patroni della città e della Diocesi di Lamezia Terme, presentato questa mattina nel salone dell’episcopio nel corso di una conferenza stampa alla quale sono intervenuti il vescovo Giuseppe Schillaci, il parroco della Cattedrale don Carlo Cittadino, il direttore e il vicedirettore dell’ufficio per le comunicazioni sociali diocesano Saveria Maria Gigliotti e Salvatore D’Elia.
Ogni giorno del novenario vedrà la partecipazione delle diverse realtà della società lametina, dal mondo della salute a quello del volontariato, dallo sport all’amministrazione pubblica, dal mondo della comunicazione al lavoro e all’impresa. Ripartire insieme nella diversità dei carismi e dei propri compiti nella comunità, costruendo insieme un patrimonio più grande, quello del bene comune, verso il quale la Chiesa e la comunità civile camminano insieme.
In Cattedrale ogni sera, dal 20 al 28 giugno, alle ore 18.15 la celebrazione solenne dei Vespri e alle 19 la Santa Messa presieduta da diversi sacerdoti della Diocesi. Saranno presenti, nel corso del novenario, i due vescovi emeriti della diocesi lametina: monsignor Vincenzo Rimedio il prossimo 21 giugno nella celebrazione dedicata al mondo dell’istruzione e della cultura, monsignor Luigi Cantafora il 27 giugno nella celebrazione per gli amministratori comunali.
“Viviamo questo momento di ripartenza riscoprendo la capacità di abbracciare. Per troppo tempo abbiamo abbracciato in modo anomalo. Nessuno può e nessuno deve dimenticare quei mesi in cui siamo stati isolati gli uni dagli altri, tutto quello che abbiamo attraversato. Siamo chiamati a ripartire con la visione di chi non è chiuso in se stesso, ma con lo sguardo di chi si accorge degli altri, si accorge che nessuno può farcela da solo: c’è bisogno di solidarietà, di fare rete, di collaborare. Questa novena vuole dare spazio a tutte queste realtà della nostra comunità con le quali vogliamo ripartire nel segno della solidarietà, dell’attenzione reciproca, della difesa del bene comune. A cominciare dalla salute e dagli operatori sanitari, di cui nell’ultimo anno abbiamo compreso l’inestimabile valore. Il mondo del volontariato che ci ricorda come la carità sia la via maestra: è la carità che ci rende credibili. Di fronte a una pandemia che ha esasperato le diseguaglianze e fatto restare più indietro chi già era indietro, abbiamo pensato al mondo del lavoro e dell’impresa. Il bene di questa comunità ci sta a cuore”, ha detto il vescovo Giuseppe Schillaci intervenendo in conferenza stampa.
Si è soffermato sui dettagli del programma delle celebrazioni il parroco della Cattedrale don Carlo Cittadino, ribadendo il senso di una festa “che è festa di tutta la città e di tutta la diocesi. Comunità civile ed ecclesiale non sono entità separate e distanti ma, nella loro diversità, camminano insieme. In questo senso, abbiamo pensato a due segni nuovi per la festa di quest’anno. Il 27 giugno benediremo la tradizionale fiera dell’aglio e della cipolla, come segno di ripartenza e di vicinanza al mondo agricolo che è una realtà importante del nostro tessuto economico e sociale. Il 29 giugno, prima della solenne concelebrazione sul Corso, alle 19 pianteremo e benediremo l’albero della carità come simbolo di un cammino che vogliamo iniziare e percorrere insieme perché possa dare i suoi frutti nel tempo per tutta la nostra comunità”.