LAMEZIA TERME – Hanno dichiarato la loro innocenza avvalendosi poi della facoltà di non rispondere Antonio Davoli (difeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Renzo Andricciola) e Pietro Iannazzo (difeso dagli avvocati Francesco Gambardella e Renzo Andricciola), mentre Vincenzino Iannazzo (difeso dall’avvocato Salvatore Cerra) e Domenico Cannizzaro (difeso dall’avvocato Lucio Canzoniere) hanno rinunciato all’interrogatorio di garanzia per motivi di salute. I quattro (per i quali ora si attende il Tribunale della Libertà) nei giorni scorsi sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare – su richiesta della Dda di Catanzaro – per il duplice omicidio del 29 settembre del 2000 di Giovanni Torcasio e Cristian Matarasso.
Per Davoli e Pietro Iannazzo (ritenuti gli esecutori materiali) gli interrogatori si sono svolti in videoconferenza davanti al gip di Catanzaro Barbara Saccà. Sulla base delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Gennaro Pulice, indagato nello stesso omicidio per aver avuto un ruolo, Pasquale Giampà “mille lire”, Giuseppe Giampà “capurandi” e Angelo Torcasio “porchetta”, e in riscontro alle indagini della Squadra mobile della questura di Catanzaro, ai quattro nei giorni scorsi è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere (operazione “Resa dei conti”) dove i quattro indagati si trovano dal 2015 per l’operazione Andromeda. Vincenzino Iannazzo, il “moretto” e Domenico Cannizzaro, “Mimmo”, sarebbero i presunti mandanti del duplice delitto, mentre – secondo le accuse – Pietro Iannazzo sarebbe stato alla guida della moto utilizzata dai killer e Davoli, a bordo della moto, l’esecutore materiale. Il movente dell’agguato di 20 anni fa sarebbe legato a una vendetta di Cannizzaro e degli Iannazzo contro Giovanni Torcasio, poichè la volontà delle cosche confederate Iannazzo e Cannizzaro sarebbe stata quella di vendicare gli omicidi del padre di Pietro Iannazzo, Francesco (ucciso nel 1992 in località Bellafemmina di Sant’Eufemia Lamezia), e di Giuseppe Cannizzaro (padre di Domenico Cannizzaro, ucciso nel 1998 nel piazzale di un distributore di benzina in località Bellafemmina di Sant’Eufemia Lamezia) poiché Torcasio è stato ritenuto essere coinvolto in entrambi i due omicidi degli anni 90, e al contempo, prevenire ulteriori azioni omicidiarie ai loro danni, desunti dal tentativo, all’epoca, di Giovanni Torcasio di rinforzarsi attraverso la ricerca di nuovi alleati. Il delitto veniva consumato al termine di un lungo inseguimento iniziato nel centro di Lamezia Terme e concluso, dopo circa 3 km, nei pressi del bivio Carrà Cosentino, allorché i killer alla guida di una moto di grossa cilindrata precedentemente rubata, raggiungevano le vittime, attingendoli con numerosi colpi di pistola. Nella circostanza, Matarasso Cristian decedeva nell’immediatezza, mentre Torcasio Giovanni, che aveva anche tentato una disperata fuga, moriva durante il trasporto in ospedale.