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venerdì, 20 Settembre, 2024
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Elezione componenti togati del Csm: Nicola Gratteri ha deciso di non candidarsi, forse pensa a Napoli o Firenze

Il prossimo mese di Settembre, oltre a quelle politiche, porterà anche all’elezione dei componenti del Consiglio superiore della magistratura attraverso le nuove procedure previste dalla cosiddetta riforma Cartabia. Ai nastri di partenza, in programma il 18 e 19 settembre, non ci sarà l’attuale procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri.

Il suo nome era stato associato alla corrente Autonomia & Indipendenza, fondata a suo tempo da Sebastiano Ardita e Piercamillo Davigo, la cui piattaforma programmatica per le elezioni di settembre prevede, tra le altre cose, il rifiuto del collateralismo politico, il contrasto all’ipotesi di separazione delle carriere, opposizione ad ogni forma di degenerazione correntizia, riduzione della discrezionalità nelle nomine di direttivi e semidirettivi, rifiuto di modelli gerarchizzanti e produttivistici del sistema giudiziario e normazione delle funzioni ruolo organico.

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Le strade possibili per il futuro del procuratore calabrese sono ora poche. In ballo c’è la procura di Napoli, considerata la più difficile nel panorama giudiziario italiano, dove le chance, stando alle voci di Palazzo, sono però molto poche, proprio in virtù dei giochi correntizi che condizionano le nomine. Il posto è stato lasciato vuoto da Giovanni Melillo, nominato alla guida della Direzione nazionale antimafia battendo proprio Gratteri.

Il magistrato calabrese avrà tempo fino all’8 agosto per sciogliere le riserve in merito. Altra casella lasciata libera è quella della procura generale di Firenze, dopo la nomina di Marcello Viola al Palazzo di Giustizia di Milano.

Con la riforma si avrà innanzitutto l’incremento del numero dei componenti: portato a venti magistrati (togati) e dieci di nomina “politica” (laici) designati dal Parlamento riunito in seduta comune tra i professori universitari in materie giuridiche e avvocati che esercitano la professione da almeno quindici anni. Continueranno comunque a fare parte del CSM i componenti “di diritto”: il presidente della Repubblica; il primo presidente e il procuratore generale della Cassazione.

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