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domenica, 17 Novembre, 2024
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Femminicidio di Alessandra Matteuzzi, ergastolo per l’ex Giovanni Padovani

(Adnkronos) – La Corte di Assise di Bologna ha condannato all'ergastolo il 27enne Giovanni Padovani per l'omicidio dell'ex fidanzata Alessandra Matteuzzi, uccisa a colpi di martello, calci e pugni sotto la sua casa a Bologna il 23 agosto del 2022. Riconosciute per l'ex calciatore anche le aggravanti chieste dalla Procura dello stalking e della premeditazione. Ā ''Al momento nessun commento – ha detto l'avvocato Gabriele Bordoni, legale di Padovani -. Li faremo quando saranno depositate le motivazioni della sentenza. A quel punto le leggerĆ² con interesse e replicherĆ² sui punti che la Corte evidentemente non ha condiviso della nostra linea difensiva''. Ā Un omicidio efferato quello di Alessandra Matteuzzi. Prima ĆØ stata colpita alla testa con una martellata, quindi colpita al volto e al corpo con calci e pugni, poi ancora colpita con una panchina di ferro, presente nell'atrio del condominio. Alessandra, scriveva il gip di Bologna Andrea Salvatore Romito nella convalida dell'arresto, viveva in "uno stato di timore, di malessere, di costante pressione e di disagio" visto che l'ex controllava l'abitazione e le frequentazioni ("sovente introducendosi clandestinamente all'interno dello stabile o anche dell'appartamento attraverso il terrazzo" si legge nell'ordinanza), monitorava cellulare e profili social, la costringeva a effettuare "brevissimi intervalli videochiamate o filmati" per verificare le sue affermazioni, le danneggiava l'auto o la minacciava temendo tradimenti. "L'aggressione del 24 agosto costituisce, a ben vedere, solo l'ultimo tassello di tale persistente rappresentazione mentale, saldandosi agli atti pregressi cosƬ da costituire l'insano completamento". Ā Per il giudice, Padovani era animato "da un chiaro intento vendicativo (visto che non avevo ricevuto ancora risposta, mi sono sentito nuovamente usato e manipolato, quindi decidevo di andare di nuovo a Bologna per chiarire, perchĆ© non capivo il suo comportamento dopo che il giorno prima eravamo stati benissimo insieme", lui dichiara. Contro la donna, dopo che il martello si rompe, usa prima calci e pugni, poi una panchina in ferro presente nell'atrio del condominio. Una "intensitĆ  del dolo" interrotta solo dall'intervento di alcuni vicini, che impedivano di continuare a infierire e scappare.Ā L'indagato ĆØ "animato da un irrefrenabile delirio di gelosia e incapace sia di accettare con serenitĆ  il verificarsi di eventi avversi, ma pur sempre rientranti nelle ordinarie dinamiche relazionali (la cessazione di un rapporto, per di piĆ¹ caratterizzato da incontri sporadici), sia di attivare l'ordinario sistema di freni inibitori delle proprie pulsioni aggressive". Elementi che indicano una "eccezionale pericolositĆ  e assoluta incontrollabilitĆ  o prevedibilitĆ  delle azioni e non consentono di riporre alcuna fiducia sulla spontanea adesione da parte del prevenuto a prescrizioni" e che dunque rendono il carcere – anche per proteggere la famiglia della vittima – l'unica soluzione possibile.Ā "La gravitĆ  dei fatti ĆØ attestata dalla ampia estensione temporale della condotta persecutoria, posta in essere a fronte di un rapporto sentimentale di modesta durata e ridotta frequentazione e, dunque, indicativa del desiderio ossessivo nutrito dal detenuto e della sua incapacitĆ  di accettare la cessazione della relazione, dalla quotidianitĆ  ed intensitĆ  delle molestie e dalla multiformitĆ  delle condotte assunte" conclude il Gip.Ā —[email protected] (Web Info)

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