Catanzaro – Nella caotica situazione della campagna vaccinale in Calabria (e in Italia in generale) c’è chi pensa anche ai lavoratori del terziario, come il segretario generale del sindacato Fisascat-Cisl.
Da eroi a ultimi in coda. Esposti in trincea al virus durante il lockdown dello scorso anno, nelle domeniche e nei festivi, in un continuo e costante contatto con il pubblico, anche quando igienizzanti e mascherine erano merce rara, ma ora nemmeno citati nelle campagne vaccinali. La Fisascat Cisl Calabria non ci sta e chiede con forza che tutti gli operatori del terziario vengano vaccinati.
«Non si può trattare un’intera categoria come carne da macello, esponendoli al virus e riconoscendone il valore umano e nel sistema lavorativo con una mano, per poi togliere con l’altra arrivando a non prenderli affatto in considerazione nelle fasce a rischio», afferma Fortunato Lo Papa, segretario generale del sindacato.
Anche i lavoratori del ramo delle pulizie e le guardie giurate non si sono mai fermati contribuendo con la loro opera a diminuire i rischi di contagio, senza potere ricorrere allo smart working. Ora accade che venga vaccinato chi in quegli uffici lavora, ma non la cerchia di lavoratori che ruota negli stessi ambienti.
«Accogliamo con soddisfazione – afferma Lo Papa – l’annuncio della firma del protocollo tra Regioni e associazioni di rappresentanza imprenditoriale delle farmacie e ordine professionale, per l’effettuazione dei vaccini in farmacia. Potrebbe essere la sferzata per mettere a regime un sistema e recuperare il tempo perso. Ma non possiamo come sigla non chiedere che ci siano una doppia tutela. Da un lato quella di coloro che verranno impiegati nell’inoculazione hanno diritto a formazione, giusta remunerazione e coperture legali e assicurative. Dall’altro chi riceve il vaccino deve avere garanzie in merito alle procedure mediche e ai contesti utilizzati».
«Aspetti non da poco – chiarisce Lo Papa – che necessitano di essere messi su un tavolo e poi integrati nel protocollo sottoscritto». «Vaccinare operatori del terziario può essere la chiave giusta per fare ripartire un motore ormai a singhiozzo, ingolfato tra perdite e promesse disattese. Ecco perché ritengo – conclude il cislino – sia necessario un grande patto sociale con le forze associative e politiche per imprimere un’accelerazione a questa fase e potere presto considerare la pandemia un capitolo chiuso».
«Come Fisascat – conclude – vigileremo affinché nessun lavoratore venga considerato di serie B, specie ora che vengono chiesti nuovi sacrifici e supermercati ed esercizi commerciali continuano ad essere tra i pochi aperti in zona rossa».
Fisascat-Cisl: “Un patto sociale per vaccinare i lavoratori del terziario”
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