Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso hanno portato a termine lāoperazione ā101 e lodeā, nellāambito della quale ĆØ stato accertato che presso diverse scuole della Marca, dal 2018 al 2020, ĆØ stato assunto, con contratto a tempo determinato, personale scolastico A.T.A. (Amministrativo, Tecnico, Ausiliario) privo di validi titoli culturali e di servizio.
Le assunzioni sono state effettuate in base alla posizione ricoperta dai candidati nella graduatoria correlata al bando personale A.T.A., pubblicato con decreto del Ministro dellāIstruzione, per il triennio scolastico 2017/2020. La graduatoria, formata in base ai punteggi attribuiti ai titoli di studio e di servizio dichiarati dai candidati, puntava a essere espressione delle qualitĆ intellettuali e delle competenze professionali degli aspiranti.
Ai primi posti della graduatoria, infatti, si sono sistematicamente posizionati candidati che hanno attestato di aver conseguito diplomi di qualifica professionale con votazione di 100 centesimi, oltre al possesso di specifiche esperienze professionali.
Per gran parte di questi, tuttavia, ĆØ emerso nel corso delle indagini che il diploma era stato conseguito, con il massimo punteggio, presso un ristretto numero di istituti scolastici campani, mentre i titoli di servizio erano stati maturati lavorando in improbabili scuole paritarie. La presenza di tali anomalie ha indotto i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Treviso a svolgere, anche grazie alla collaborazione fornita dallāUfficio Scolastico Provinciale, approfondimenti sulla ācarrieraā scolastica e lavorativa di diversi soggetti, accertando, in numerosissimi casi, gravi irregolaritĆ .
In particolare, per 43 delle persone assunte, i diplomi sono stati rilasciati da quattro istituti scolastici, situati nelle province di Salerno, Benevento e Avellino, che non erano autorizzati dallāUfficio Scolastico Regionale allo svolgimento degli esami di qualifica professionale. Questi istituti, giĆ al centro di inchieste giudiziarie poichĆ© sospettati di essere veri e propri ādiplomificiā, hanno rilasciato diplomi pur essendo privi del requisito della paritĆ scolastica.
Diversi poi sono i casi di diplomi del tutto falsi. Per alcuni di questi, rilasciati da un istituto paritario con sede a Napoli, una circostanza ha fatto aumentare i sospetti degli investigatori: la scuola, nel 2016, ha denunciato il furto degli atti di nomina dei docenti e delle commissioni dāesame, dei verbali dāesame e degli elaborati scritti di diversi candidati, tutti custoditi allāinterno di uno scuolabus. E, singolare coincidenza, il furto ĆØ avvenuto nello
stesso giorno in cui lāUfficio Scolastico Regionale della Campania ha inviato proprio personale per svolgere unāispezione sulle attivitĆ dellāistituto. Sette candidati, invece, hanno dichiarato di aver conseguito il diploma presso un istituto scolastico paritario di
Caserta nel quale, nel corso di un solo anno scolastico, si sarebbero diplomati circa 700 studenti, nonostante fossero state richieste al Ministero dellāIstruzione solo dieci pergamene e la struttura, sotto il profilo logistico, fosse in grado di curare la formazione di non piĆ¹ di alcune decine di studenti.
Altri 8 candidati hanno dichiarato di aver conseguito il diploma presso un istituto paritario della provincia di Salerno. Del loro nome, tuttavia, non risulta alcuna traccia nellāelenco dei diplomati per i quali lāistituto paritario ha richiesto al Ministero il rilascio della pergamena. E ancora: il numero progressivo identificativo di tre diplomi, rilasciati ad altrettanti candidati da un istituto paritario della stessa provincia di Salerno, ĆØ risultato essere giĆ associato ai diplomi di altrettanti studenti, frequentatori di un istituto statale della stessa regione.
Sono 40, infine, i candidati che hanno dichiarato il possesso di titoli di servizio falsi, attestando di aver svolto attivitĆ lavorativa presso altri istituti scolastici privati campani, pugliesi, calabresi e siciliani. Le indagini hanno invece consentito di accertare che questi non hanno mai percepito compensi per lāattivitĆ di servizio che avrebbero prestato, mentre gli istituti scolastici privati, spesso conniventi, hanno omesso di comunicare lāavvio del rapporto di lavoro e, di conseguenza, di versare i relativi contributi previdenziali.
Per comprendere come, in alcuni casi, i candidati presentassero delle autocertificazioni grossolanamente false, basti pensare che i recapiti telefonici di un istituto scolastico, presso il quale tre candidati hanno dichiarato di aver svolto lavoro dipendente, corrispondevano a quelli di una gioielleria di Vibo Valentia. Proprio i diplomi conseguiti con il massimo dei voti e gli attestati di servizio hanno permesso a questi candidati di scavalcare illecitamente, nella graduatoria generale, coloro che avevano dichiarato titoli realmente conseguiti.
Lāindagine si ĆØ conclusa con la denuncia alla Procura della Repubblica di Treviso di 101 persone per falsitĆ ideologica commessa dal privato in atto pubblico, reato punito con la reclusione fino a due anni, e con la segnalazione alla Corte dei Conti di Venezia di un danno erariale di circa 2 milioni di euro, pari alle retribuzioni percepite dai soggetti assunti, a scapito di altri candidati, grazie ai titoli falsi. La Corte dei Conti, ora, potrĆ chiamarli a restituire le somme percepite, oltre a contestare il danno da disservizio e il danno di immagine arrecato alla Pubblica Amministrazione. I dirigenti degli uffici scolastici, in decine di casi, hanno giĆ adottato, nei confronti di collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici privi di titoli, provvedimenti di risoluzione del contratto di lavoro.
Lāoperazione della Guardia di Finanza di Treviso testimonia, ancora una volta, lāimpegno volto a individuare e perseguire tutti i soggetti responsabili di condotte che arrecano un danno al buon andamento, allāefficienza, allāefficacia e allāintegritĆ del bilancio della Pubblica Amministrazione.