Un uomo di 52 anni, Giovanni Mafrici, residente a Gioia Tauro è morto all’interno del Pronto soccorso dell’ospedale di Gioia Tauro a causa di una fibrillazione cardiaca.
Secondo quanto si è appreso mercoledì sera, Mafrici, sarebbe stato accompagnato al Pronto soccorso dai familiari dopo una fibrillazione cardiaca. Appena entrato nell’unità operativa di emergenza, l’uomo è stato assistito dal personale sanitario che avrebbe contattato il 118 per trasportarlo al Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria, intanto, gli avrebbero fatto anche il tampone e sarebbe risultato positivo al Covid.
L’ambulanza da Taurianova sarebbe arrivata in tempi celeri ma a quanto sembrerebbe, gli infermieri a bordo non avrebbero avuto dispositivi individuali di protezione anti-coronavirus, così sarebbero tornati indietro per prenderli. L’uomo avrebbe atteso invano il ritorno dell’ambulanza da Taurianova.
Sul drammatico episodio è stata aperta un’indagine della Procura dopo che i familiari di Mafrici, sposato e con figli, hanno deciso di sporgere denuncia. La magistratura ha già disposto l’effettuazione dell’autopsia per accertare le cause del decesso.
Il sindaco di Gioia Tauro, Aldo Alessio ha dichiarato che “Un nostro concittadino ha perso la vita per una mancanza di una rete sanitaria sul territorio adeguata alle reale esigenze dei cittadini della Piana. Giovanni si sarebbe potuto salvare se nella Piana fosse stato presente un reparto di emodinamica per il trattamento delle sindromi coronariche acute, accompagnato da un servizio del 118 con medico a bordo distribuito in modo capillare e che consenta tempi di intervento contenuti nei 18 minuti. Ma siamo nella Piana di Gioia Tauro e questo diritto ci viene negato, nonostante le innumerevoli proteste di sindaci e cittadini rimaste inascoltate. Non si tratta più di lottare per il diritto alla salute ma bensì per il diritto alla vita”- ha concluso il sindaco Alessio.